Alcuni alunni l'hanno registrata a sua insaputa mentre diceva che "l’Ucraina è uno Stato sovrano. Viviamo in un regime totalitario". Non è un caso isolato: con la nuova legge allontanati molti docenti
© Afp
Un'insegnante russa di 55 anni, Irina Gen, rischia fino a 15 anni di carcere per "aver diffuso informazioni false" e "screditato" l’esercito russo di fronte ai suoi studenti. La sua presa di posizione in classe contro la guerra è stata registrata con uno smartphone e sarà utilizzata contro di lei in tribunale. Un episodio non isolato, sono diversi i docenti russi che hanno perso il posto di lavoro per aver violato la legge che impone di uniformarsi alla propaganda di Mosca, sulla necessità della "operazione speciale" in Ucraina, anche tra i banchi di scuola.
Le frasi incriminate - Tutto inizia quando sulla lavagna in classe spunta una "Z", simbolo russo della “operazione speciale” in Ucraina. Lei l'ha definita "somigliante a una mezza svastica." Poi alla domanda di una studentessa sull'esclusione degli atleti russi alle competizioni sportive internazionali la donna ha risposto che secondo lei era "giusto. Almeno finché la Russia non inizierà a comportarsi in modo civile. La Russia voleva raggiungere Kiev e rovesciare il governo. L’Ucraina è uno Stato sovrano. Viviamo in un regime totalitario. Ogni dissenso è reato." Frasi che nella Russia di oggi sono pericolose. Il passaggio è stato registrato dagli studenti ed è finito alle autorità competenti. Adesso ne dovrà rispondere in un procedimento penale.
La testimonianza - "Speravo di sfondare la propaganda. Ma ecco dove mi ha portata" il commento di Gen al quotidiano La Repubblica dopo essere stata costretta a rassegnare le sue dimissioni dopo vent'anni di carriera. Ma l'insegnante non è pentita di aver parlato chiaramente ai suoi alunni definendo la Russia "un regime totalitario" e non serba rancore per loro che l'hanno registrata durante la lezione considerandoli influenzati dal pensiero delle loro famiglie. "L’unico rammarico è non essere riuscita a penetrare le loro menti e i loro cuori."
La propaganda di Mosca - Il clima è questo. Secondo il ministro dell’Istruzione Sergej Kravtsov la Russia deve vincere la "guerra informatica e psicologica" contro l'Occidente anche attraverso il contributo delle scuole. I programmi scolastici sono stati aggiornati con iniziative di propaganda: dalle foto di classe con gli alunni in posa a forma di "Z" agli opuscoli consegnati agli insegnanti su come spiegare il conflitto in Ucraina passando da cartoni animati creati ad hoc per legittimare l'aggressione russa.
Altri insegnanti puniti - Kamran Manafly, giovane insegnante di geografia, è stato costretto a lasciare Mosca dopo essere stato licenziato per non aver voluto utilizzare i nuovi manuali. Ad Astrakhan è stata allontanata un'altra docente definita dal suo dirigente scolastico "traditrice della patria" per aver parlato di politica agli alunni. Una docente dell’università dell’Amur è stata multata per aver condannato l’annessione della Crimea e criticato l'utilizzo del simbolo “Z”. Anche in Siberia e sull’isola Sakhalin, si sono registrati episodi d'insegnanti sanzionati e che hanno perso il posto di lavoro per aver mostrato video inneggianti alla pace o per aver tenuto un "comportamento amorale" per non essersi allineati alla propaganda russa.
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