Alla base del rifiuto di Open Arms, spiega la stessa Ong, le parole di Salvini e la sua politica contro le organizzazioni umanitarie
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La nave Open Arms, che martedì al largo della Libia ha recuperato una donna ancora in vita e i cadaveri di un'altra donna e di un bambino, sta facendo rotta verso la Spagna. "L'Italia non è un porto sicuro, né per noi né per Josefa. Dunque andiamo in Spagna". A pesare le parole del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, "che ha definito bugie e insulti la nostra ricostruzione". Salvini: "Non sarà che hanno qualcosa da nascondere?".
L'Ong ha rifiutato di attraccare al porto di Catania, che l'Italia aveva offerto nella serata di martedì dicendosi anche disponibile ad evacuare immediatamente Josefa, la camerunense rimasta per due giorni in acqua. La nave è direttta verso Palma di Maiorca, dove arriverà sabato.
"In Italia Josefa non sarebbe tutelata" - Alla base del rifiuto di Open Arms ci sono una serie di fattori. Primo tra tutti proprio le parole di Salvini e la sua politica contro le organizzazioni umanitarie. "Ha definito bugie e insulti la nostra ricostruzione" sul comportamento della Guardia Costiera libica. E ancora: per l'organizzazione sarebbe poi "incomprensibile" l'offerta di Roma di accogliere Josefa ma non i due cadaveri che sono a bordo della nave. Ed inoltre, è la "preoccupazione" della Ong, una volta nel nostro Paese, proprio Josefa potrebbe non essere tutelata "nella sua piena libertà di rendere testimonianza in condizioni di tranquillità e sicurezza".
Salvini: "Forse in Spagna si trovano meglio" - "Farò qualsiasi cosa e qualsiasi accordo che garantisca all'Italia di avere meno presenze rispetto a quelle odierne: escludo che ci possa essere una presenza di un immigrato in più rispetto a quello che c'è oggi", ha spiegato Salvini. Quanto alle polemiche con le Ong, il ministro in un tweet così ha risposto: "Non sarà che hanno qualcosa da nascondere?. Sono contento che tornino verso la Spagna, forse si trovano meglio".
Intanto nel Mediterraneo c'è un'altra imbarcazione che vaga alla ricerca di un porto sicuro. E' il mercantile "Sarost 5", bloccato - afferma il portale InfoMigrants - da diversi giorni al largo della Tunisia dopo aver salvato una quarantina di migranti, tra cui un uomo ferito, perché nessun paese ha concesso finora l'attracco in porto, compresa l'Italia.