Secondo i sondaggi, il presidente uscente potrebbe conquistare il secondo mandato già al primo turno
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La Serbia è chiamata alle urne per le elezioni parlamentari anticipate, presidenziali e amministrative in 14 comuni, fra i quali la capitale Belgrado. I seggi resteranno aperti fino alle 20. Grandi favoriti per le tre consultazioni sono il presidente uscente Aleksandar Vucic, che secondo le previsioni dovrebbe conquistare un secondo mandato già al primo turno, e il suo Partito del progresso serbo (Sns, conservatore), forza di maggioranza nel Paese, che tutti i sondaggi danno vincitore con largo margine sia alle legislative che alle elezioni locali.
Al voto odierno partecipano anche le forze di opposizione, che avevano boicottato le ultime legislative del giugno 2020 per protesta contro 'l'autoritarismo' di Vucic. Un'ultima rilevazione diffusa pochi giorni fa accreditava l'Sns di oltre il 53% dei consensi, seguito a grandissima distanza dal principale cartello di opposizione 'Uniti per la vittoria della Serbia' attestato al 13,7%, terzo il Partito socialista serbo (Sps) del capo del parlamento ed ex ministro degli esteri Ivica Dacic con il 10,2%.
I socialisti sono alleati di governo dell'Sns, e Dacic ha confermato la disponibilità a proseguire la collaborazione anche nella prossima legislatura. Altri quattro partiti minori e di opposizione potrebbero superare lo sbarramento del 3% necessario all'ingresso nel parlamento unicamerale di 250 seggi. Sono 19 le liste in lizza per le legislative, mentre i candidati alla carica di presidente sono otto, tre dei quali donne. L'unico in grado di avvicinarsi a Vucic è Zdravko Ponos, ex capo di stato maggiore dell'esercito, candidato del cartello di opposizione 'Uniti per la vittoria
della Serbia'.
I 6,5 milioni di elettori possono votare fino alle 20 in più di 8.200 seggi, nel rispetto delle misure anti-Covid. I serbi del Kosovo, per il rifiuto di Pristina a organizzare le elezioni sul proprio territorio, votano in quattro località del sud della Serbia. A monitorare le operazioni di voto gruppi di osservatori di Osce, Consiglio d'Europa e Parlamento europeo.