In risposta i militari sudcoreani hanno sparato alcuni colpi.
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La Corea del Nord ha fatto saltare in aria le parti settentrionali della rete stradale intercoreana non più utilizzate. Lo ha riferito il Comando dei capi di stato maggiore congiunti di Seul, aggiungendo che la detonazione "è avvenuta intorno a mezzogiorno", nel resoconto della Yonhap. La mossa, annunciata nei giorni scorsi, è un ulteriore segnale dell'impennata della tensione tra Seul e Pyongyang.
A differenza di altre volte il livello di tensione tra le due Coree sembra davvero a livelli di guardia. Le strade fatte saltare dall'esercito nordcoreano erano state precedentemente utilizzate per il commercio transfrontaliero con la Corea del Sud. "La Corea del Nord ha fatto saltare in aria parti delle strade Gyeongui e Donghae a nord della linea di demarcazione militare", ha detto l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. La stessa Yonhap, citando il Comando dei capi di stato maggiore congiunto di Seul, ha riferito che i militari sudcoreani hanno sparato alcuni colpi in risposta alle detonazioni del Nord che ha distrutto le parti nel suo territorio di due importanti strade intercoreane.
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha convocato un vertice di alto livello sulla sicurezza nazionale per esaminare e dirigere un piano di "azione militare immediata" nella disputa con Seul sul volo di droni accusati di aver raggiunto Pyongyang per tre volte a ottobre, allo scopo di lanciare volantini di propaganda anti-regime. All'incontro, tenuto lunedì, hanno partecipato i massimi funzionari del Paese, tra cui il capo dell'esercito e altri responsabili militari, nonché i ministri della Sicurezza dello Stato e della Difesa. Kim, nel resoconto dell''agenzia ufficiale Kcna, "ha esposto la direzione dell'azione militare immediata e ha indicato importanti compiti da assolvere nell'operazione di deterrenza bellica e nell'esercizio del diritto all'autodifesa".
La vicenda dei droni ha spinto Pyongyang a ordinare domenica alle truppe al confine di sparare all'avvistamento di nuovi velivoli teleguidati e la Corea del Sud a replicare lunedì di essere "pienamente pronta" a rispondere. L'esercito di Seul ha inizialmente negato gli addebiti della Corea del Nord, ma in seguito ha rifiutato di confermare se avesse inviato dei droni oltre il confine. Lo scorso fine settimana il Nord ha affermato che Seul avrebbe dovuto affrontare un "terribile disastro" se i droni del Sud avessero raggiunto di nuovo Pyongyang.
Kim Yo-jong, la potente sorella del leader nordcoreano Kim Jong-un, ha affermato di avere "prove evidenti" del coinvolgimento dei militari sudcoreani sul volo di droni a Pyongyang. È quanto riferisce l'agenzia statale Kcna. Secondo Kim Yo-jong il Sud "pagherà a caro prezzo per le sue incursioni".