Siria, accordo a Ginevra: "Via donne e bambini dall'inferno di Homs"
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Il regime di Damasco dà il suo placet ma i ribelli chiedono garanzie e aiuti umanitari
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Il governo siriano ha dato l'autorizzazione per evacuare le donne e i bambini dal centro di Homs, in Siria, assediato da un anno e mezzo dalle forze lealiste. Lo ha detto il negoziatore internazionale Lakhdar Brahimi al termine della seconda giornata di negoziati a Ginevra.
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Dopo due giorni di difficili colloqui la conferenza di Ginevra2 per la Siria sembra aver sortito il primo, limitato risultato. Un accordo per consentire alle donne e ai bambini di lasciare la città vecchia di Homs, dove i ribelli hanno le loro basi, sottoposta ad un assedio governativo da un anno e mezzo. Ma i ribelli nella città chiedono garanzie che chi parte non verrà arrestato e la fornitura di aiuti umanitari per chi resta.
L'intento del negoziatore dell'Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi, è quello di posporre per il momento le discussioni sul futuro politico della Siria per evitare una rottura immediata delle trattative e di concentrarsi su questioni pratiche che aiutino a costruire la fiducia reciproca. "Certo - ha ammesso - procediamo lentamente, ma qualche volta questo è il modo migliore per procedere velocemente".
I negoziati dovrebbero continuare in questo modo fino a venerdì 31 gennaio per dare poi spazio a una pausa di nove giorni. Ma mentre vanno avanti i colloqui, sul terreno non si fermano i combattimenti. Scontri sono avvenuti anche in alcuni quartieri periferici di Damasco e di Aleppo. Mentre sette persone, riferisce l'agenzia governativa Sana, sono rimaste ferite da un colpo di mortaio lanciato dai ribelli che si è abbattuto sul quartiere cristiano di Bab Tuma, nel centro della capitale.