Siria, attentati a Homs e Damasco: 180 morti, l'Isis rivendica le stragi
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Due forti esplosioni hanno scosso la città di Homs. Altre quattro sono state invece registrate nella capitale
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Nuova carneficina dell'Isis in Siria. Due forti esplosioni hanno scosso la città di Homs. Altre quattro sono state invece registrate nella capitale, Damasco. Anche se non è ancora possibile fare un bilancio del numero complessivo delle vittime, il Site afferma che sarebbero 180. I feriti sarebbero oltre 200. La rivendicazione delle stragi da parte del Califfato è stata riferita tramite il network di propaganda dei jihadisti "Amaq".
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L'attacco a Homs - Gli attentati di Homs sono avvenuti nel quartiere filogovernativo di Zahraa, obiettivo anche in passato di attacchi di questo tipo. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, la prima esplosione è stata causata da un'autobomba, mentre per la seconda non è chiaro se si sia trattato di un kamikaze o di un'altra autobomba. Secondo gli attivisti, si tratta del peggior attentato avvenuto all'interno di una zona sotto il controllo del governo nei cinque anni di guerra civile.
Le stragi a Damasco - L'emittente di Hezbollah, Al-Manar, afferma invece che due delle 4 esplosioni a Damasco sono avvenute vicino all'ospedale sciita al-Sadr.
Kerry: accordo di principio provvisorio sulla tregua - Il segretario di Stato Usa John Kerry ha reso noto che è stato raggiunto un "accordo di principio provvisorio" su un cessate il fuoco nel Paese. Parlando ad Amman con il ministro degli esteri giordano Nasser Judeh a fianco, Kerry ha detto di aver parlato con il collega russo Serghiei Lavrov dell'intesa e ora sia gli Stati Uniti che la Russia raggiungeranno tutte le parti in conflitto.
Kerry ha detto di sperare in un prossimo colloqio tra i presidenti Barack Obama e Vladimir Putin dopo il quale l'accordo potrebbe essere attuato. Il segretario di Stato ha ammesso che i dettagli dell'accordo devono ancora essere messi a punto. "Ora c'è una scelta forte davanti a tutti".