L'attacco in prossimità di bus che stanno evacuando i civili da due città a maggioranza sciita nel nord del Paese
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Decine di persone sono morte nell'attacco kamikaze nei pressi della città di Aleppo, in Siria, dove un'autobomba è stata fatta esplodere in prossimità di alcuni bus che stavano evacuando i civili da due città a maggioranza sciita nel nord del Paese. Secondo i soccorritori e le ong presenti su territorio, le vittime sono più di 100.
Si tratta dei soccorritori siriani noti come "white helmets", candidati al Nobel per la Pace per la loro opera a sostegno delle vittime della guerra in Siria.
Lo scoppio ha colpito l'area di Rashideen, nelle campagne intorno ad Aleppo. Qui i bus, con a bordo cittadini sciiti, stazionavano in attesa di portare i passeggeri nelle zone controllate dal governo, dopo la riattivazione di un accordo stretto dallo stesso governo con i ribelli sotto la supervisione di Iran, Turchia e Qatar. I termini dell'accordo prevedevano appunto l'evacuazione dei cittadini dalle due città filogovernative verso la provincia di Aleppo, in cambio del permesso accordato ai ribelli e alle loro famiglie di lasciare le città di Madaya e Zabadani, a Nord di Damasco, per raggiungere Idlib.
Le evacuazioni erano iniziate venerdì, con 5mila sciiti partiti da Kafaraya e Foa e 2.300 ribelli in partenza con le loro famiglie da Madaya. I ribelli avrebbero però fermato il convoglio sciita a Rashideen per aggiungere nuove condizioni all'accordo originale. Anche il secondo convoglio, quello dei ribelli, sarebbe stato fermato a Ramouseh e si apprende che erano in corso comunicazioni per l'aggiornamento dell'intesa. Una fonte ha riferito a Xinhua che la richiesta dei ribelli era che i combattenti sciiti venissero evacuati da Kafaraya e Foa prima dei civili. Una condizione che sarebbe stata rifiutata per paura che gli stessi ribelli potessero attaccare le città dopo la partenza dei militari.
Ripresi gli sgomberi - I bus a bordo dei quali migliaia di persone sono state sgomberate dalle località siriane assediate sono ripartiti verso la loro destinazione finale, dopo ore di blocco e un attentato. Lo ha reso noto l'Osdh.