Il presidente turco annuncia la cacciata dei curdi dalla loro enclave nel nord del Paese, da due mesi teatro di sanguinosi combattimenti
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che le forze siriane alleate della Turchia hanno preso il controllo del centro di Afrin e cacciato i combattenti curdi. Dal 20 gennaio era in atto nell'enclave curda nel nord della Siria l'operazione denominata "Ramoscello d'ulivo", lanciata dalla Turchia contro i combattenti locali delle Unità di difesa del popolo, alleati degli Stati Uniti ma considerati "terroristi" da Ankara.
In precedenza le autorità turche e i ribelli loro alleati avevano fatto sapere di aver preso il controllo di diversi quartieri della città. L'ingresso nell'enclave curda è avvenuto attraverso due offensive congiunte da est e da ovest.
L'offensiva turca contro l'enclave curda di Afrin va avanti da circa due mesi e ha costretto all'esodo almeno 150mila civili. Secondo l'Osservatorio Nazionale per i diritti umani, i turchi avrebbero colpito il principale ospedale della città, uccidendo almeno dieci persone tra cui due donne incinte, ma Ankara ha negato.
Curdi: "Libereremo Afrin" - La guerra contro "l'occupazione turca entra in una nuova fase". Lo ha affermato un alto funzionario curdo-siriano, Othman Sheikh Issa. D'ora in avanti si passerà dallo scontro diretto alla guerriglia, "colpire e scappare", fino alla liberazione, ha aggiunto, precisando che le milizie curde che resistono "si trasformeranno in un incubo continuo" per i turchi e le truppe siriane loro alleate.