Siria, i giovani rifugiati recitano Shakespeare nel deserto
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Un centinaio di bambini siriani hanno esorcizzato la guerra recitando la tragedia "Re Lear" in un campo profughi di Zaatari, in Giordania
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Una tenda bianca in mezzo al deserto, un cast di un centinaio di bambini siriani e un teatro improvvisato sulla sabbia per esorcizzare il dolore della guerra. Così i giovani profughi, lo scorso 27 Marzo, hanno recitato la tragedia di Shakespeare Re Lear in un campo di Zaatari, nella Giordania settentrionale, guidati dall'attore siriano Nawar Bulbul che ha adattato le pièce improvvisandosi regista.
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Per oltre due mesi, racconta il New York Times, Nawar Bulbul si è dedicato alla performance dei bambini impiegando il più celebre drammaturgo del mondo occidentale per curare un'imponente tragedia sociale e mettere in luce il dramma degli esuli siriani. Il testo dell'opera, tradotto in arabo letterario, è stato adattato per poter essere interpretato da questi ragazzi e non ha avuto nulla a che vedere con la politica e la rivolta siriana, ha spiegato l'attore: "Ho mantenuto le basi della storia, un re morente che vuole dividere il regno fra le sue tre figlie. Due di loro sono bugiarde, mentre la terza è onesta. Mi sono concentrato sulla differenza fra la menzogna e la verità, tutto qui."
A Zaatari però Nawar ha ricevuto poco sostegno: non è stato facile ottenere una tenda per fare le prove e ha potuto contare solo sulle donazioni dei singoli. I fondi erano veramente pochi e le scuole esistenti solo tre, con spazi sufficienti per metà dei 25 mila bambini in età scolare che vivono nel campo. I genitori dei bambini partecipanti, entusiasti del progetto, lo hanno descritto come un punto rara di luce in un difficile campo di esistenza: gli "attori" del campo infatti erano tutti rifugiati fuggiti dalla guerra civile in Siria. L'intento di Bulbul è stato proprio quello di alleviare gli animi e le sofferenze di questi ragazzini vittime continuamente di bombe e violenza, impegnandoli in un'attività che avrebbe ridato loro emozioni e sorrisi: "Cerco di ricreare la loro infanzia, distrutta dalla guerra, di riportare in questi ragazzini le risate e la gioia, per aiutarli ad esprimersi", ha detto.