Le immagini dei bombardamenti

Siria, i video degli attacchi finiscono online in presa diretta

Su YouTube e sulle pagine social di attivisti e abitanti di Damasco vengono diffuse le immagini dei bombardamenti condotti da Usa, Francia e Gran Bretagna

14 Apr 2018 - 12:29
 © da-video

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A raccontare in presa diretta i bombardamenti su Damasco e gli altri obiettivi siriani, condotti da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, sono i video amatoriali, diffusi su YouTube e via social network, degli abitanti dei centri colpiti, immagini che trovano poi risalto quando vengono ripostati sulle pagine degli attivisti che da 7 anni seguono la situazione siriana.

Il comico siriano che chiede di pregare per la Siria Sul canale YouTube di Treka, giovane comico e musicista siriano residente a Damasco, nella notte tra il 13 e il 14 aprile appare il primo video della risposta della difesa aerea siriana agli attacchi che vengono condotti da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna sulla capitale. Nel successivo le bombe degli alleati occidentali che scuotono la notte. A margine di ogni pubblicazione la richiesta di pregare per la Siria: "Pray for Syria".

In pochi secondi nel dramma della lunga notte siriana Congiuntamente all'inizio degli attacchi anglo-franco-americani su Damasco l'attivista palestinese Mohammed Matter posta sulla sua bacheca Facebook l'immagine delle bombe che cadono su Damasco. Un video di soli 14 secondi che getta però i follower della sua pagina nel dramma della notte siriana.

Una diretta di oltre mezz'ora da Damasco Una lunghissima diretta di 35 minuti, sempre da Damasco, è quella che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook di Abdu Zitoun e che ha ottenuto oltre 55mila visualizzazioni e oltre duemila commenti. Sulla stessa bacheca un'altro video di 13 minuti propone altre immagini di bombardamenti.

Il lancio dei missili della coalizione Usa contro il centro di armi chimiche di Damasco Sulla pagina Twitter dello studente di Giornalismo Omar Farooq in una trentina di secondi le immagini di un missile da crociera Tomahawk sul centro di ricerca di armi chimiche di Assad a Damasco.

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