Lo riferisce lo Stato Islamico, secondo cui gli aerei di Amman avrebbero colpito l'edificio dove era tenuta prigioniera la giovane cooperante. Il Pentagono al momento non conferma la morte della donna
Kayla Jean Mueller, cooperante statunitense rapita dall'Isis, sarebbe rimasta uccisa in un raid aereo giordano. Lo annunciano gli stessi jihadisti, secondo i quali la donna "è morta quando un velivolo giordano ha colpito l'edificio dove si trovava nel governatorato di Raqqa, in Siria". Dopo l'uccisione del suo pilota, la Giordania ha condotto diversi attacchi aerei contro lo Stato islamico.
La notizia, diffusa dall'Isis, è stata rilanciata su Twitter da Rita Katz, direttrice di Site, organizzazione che monitora le comunicazioni dei terroristi sul web. Per l'ostaggio americano gli jihadisti avevano chiesto un riscatto di 6,6 milioni di dollari.
Il Pentagono non conferma la morte - Secondo fonti del Pentagono, citate dalla Cnn, al momento però "non ci sono prove" che Kayla Jean Mueller sia rimasta uccisa in un bombardamento dei caccia giordani contro obiettivi jihadisti a Raqqa.
Giordania:"Solo propaganda" - Dubbi sulla morte della 26enne arrivano anche dalla Giordania. "Una trovata che ha a che fare con le pubbliche relazioni": così la notizia diffusa dallo Stato Islamico è stata bollata dai funzionari del governo giordano, citati dalla Cnn.
Kayla: "Solidale con il popolo siriano" - "Sono solidale con il popolo siriano, rifiuto la brutalità e gli omicidi che le autorità siriane stanno commettendo contro i siriani, perché il silenzio significa complicità con questi crimini". Così nel 2011 Kayla Jean Mueller parlava della guerra civile in corso in Siria.