Si vota nei territori controllati da Assad. In palio 250 seggi, i candidati sono 3.500. Per le opposizioni si tratta di elezioni illegittime
Nelle zone della Siria ancora controllate dal regime di Assad si sono aperte le urne per le elezioni legislative. La popolazione di circa il 60% del territorio del Paese è chiamata ai seggi per un voto contestato dall'opposizione e dai Paesi occidentali. In origine 11.341 candidati avevano deciso di presentare la loro candidatura per i 250 seggi disponibili in Parlamento; alla fine sono rimasti solo 3.500, mentre tutti gli altri si sono ritirati.
Secondo gli analisti, il verdetto delle urne non sarà dissimile da quello delle elezioni del maggio del 2012. Nonostqante per la prima volta numerosi movimenti erano stati autorizzati a partecipare, il partito Baas aveva ottenuto la maggioranza dei 250 seggi.
Queste elezioni sono giudicate "illegittime" dall'opposizione, interna ed esterna, al presidente Assad, ma anche dai Paesi occidentali. Unica eccezione, la Russia, grande alleata del presidente siriano, che le giudica "conformi alla Costituzione siriana attuale". Le Nazioni unite, intanto, stanno facendo pressioni da tempo per elezioni generali nel 2017.