Slovacchia, il Parlamento ha chiuso radio e tv pubbliche. A favore dell'abolizione hanno votato 78 deputati. Il direttore dell’emittente: “Giorno nero per la libertà dei media”
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Non sono bastate le proteste dei mesi scorsi a fermare il governo, co le migliaia di persone scese in piazza soprattutto a Bratislava. La contestata legge che prevede un maggior controllo del governo sui media è passata. La Radio e Televisione della Slovacchia (RTVS) sta per chiudere definitivamente e al suo posto arriverà una nuova istituzione pubblica meno critica e più conforme all'attuale politica slovacca, la Televisione e Radio Slovacca (STVR). Il suo direttore verrà eletto da un consiglio formato da nove componenti. Quattro candidati saranno scelti direttamente del ministero della Cultura. È quello che ha deciso il Parlamento del Paese guidato da Robert Fico.
Con l'abolizione della RTVS, il direttore generale è costretto a lasciare il suo incarico. A favore dell'abolizione hanno votato, il 20 giugno, 78 deputati su 150. L'opposizione in segno di protesta non ha partecipato al voto e ha accusato il governo di guidare il Paese seguendo una sorta di "manuale degli autocrati". Ha difeso invece la riforma la ministra della Cultura, Martina Simkovicova, che l'ha ideata. Secondo lei, garantirà il rispetto del pluralismo e della democrazia.
Adesso perché la legge entri in vigore, a luglio, manca soltanto la firma del presidente Peter Pellegrini, eletto da poco col sostegno del governo. “Un giorno nero per la libertà dei media”, ha commentato il direttore dell’emittente appena chiusa. Il piano è stato criticato da diversi giornalisti slovacchi, oltre che da organizzazioni internazionali di rappresentanza dei media e Unione europea.