Fu nominata nel 2014 "persona dell'anno" dalla rivista Time per il suo straordinario lavoro in prima linea contro l'epidemia in Africa
Sopravvissuta e attiva in prima linea contro il virus Ebola che colpì intensamente il continente africano, è morta l'eroica infemiera liberiana Salome Karwah a causa di un "semplice" taglio cesareo. Il marito accusa i medici di non averla soccorsa tempestivamente per paura che fosse ancora infetta. I funzionari locali indagano sul caso, poichè tutti i test di controllo da lei recentemente effettuati mostravano la negatività al virus.
La donna è deceduta a Monrovia, capitale della Liberia, il 21 febbraio scorso, dopo aver dato alla luce, il 17 febbraio, il suo quarto figlio, nato con taglio cesareo. Dimessa dopo tre giorni, aveva avuto un malore, ma ritornata all'ospedale, secondo alcune testimonianze, non sarebbe stata assistita. Una morte su cui chiede di far luce il marito, James Harris, che accusa l'ospedale di negligenza e ha riferito alla BBC che gli operatori sanitari non avrebbero agito con urgenza "perché era una sopravvissuta ad Ebola e temevano che avrebbero potuto contrarre il virus".
La Liberia è stato uno dei tre stati dell'Africa occidentale devastati dallo scoppio di Ebola nel 2014 e Salomè, ha raccontato il marito, aveva perso molti parenti a causa dell'epidemia, compresi i suoi genitori, ma era sopravvissuta e aveva beneficiato di un regime di vaccino.