Il Cpt, comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa, denuncia la situazione dell'Opg di Castiglione delle Stiviere. Nel frattempo scoppia la protesta a San Vittore
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L'Europa torna a bacchettare l'Italia, e lo fa nuovamente sulla questione del sovraffollamento delle carceri. Il problema, secondo il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa, "non è stato risolto perché molti istituti di pena operano ancora al di sopra della loro capacità". Il rapporto sull'Italia, redatto in base alla missione condotta nell'aprile del 2016, denuncia anche numerosi casi di maltrattamenti.
La situazione è di assoluta emergenza in tutta Italia. Alla fine dello scorso giugno, a fronte di 50.200 posti disponibili, i detenuti erano quasi 57 mila. Situazione molto complessa sopratutto in Lombardia dove, nonostante la presenza di strutture modello come Bollate e Opera, sono presenti 2.000 detenuti in più rispetto alla capienza massima.
Oltre al problema del sovraffollamento è presente anche quello dei presunti maltrattamenti. Il modo in cui sono usati l'isolamento, gli strumenti di contenzione meccanici e i farmaci neurolettici nell'ex ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere potrebbero essere considerati, secondo il Cpt - comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa - maltrattamento.
Il Cpt, durante la visita avvenuta nell'aprile del 2016, afferma di aver ricevuto dai pazienti della struttura numerose denunce in merito al fatto che l'isolamento e i mezzi di costrizione fisica sono utilizzati come 'punizione informale'. Infine il Cpt ha espresso "grande preoccupazione" per le condizioni di un giovane uomo a cui lo staff di Castiglione ha aumentato la dose di farmaci psicolettici per rallentarne i movimenti e impedirne in questo modo la fuga. Questo trattamento è stato definito "inumano e degradante" dagli ispettori del Cpt.
La protesta - I detenuti del reparto ‘La Nave’ di San Vittore, in carcere perchè tossico o alcooldipendenti, hanno deciso di protestare contro il sovraffollamento del carcere milanese. Per farlo hanno attuato uno sciopero particolare: la totale astensione dalle attività che fanno parte del loro ‘trattamento’ come le lezioni di teatro, di legalità, di storia dell’arte o la partecipazione ai gruppi di autoaiuto.