Il Partito Popolare in notevole risalita. Entrano nel parlamento anche gli indipendentisti di estrema destra
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Con il 95% delle schede scrutinate, gli indipendentisti catalani perdono la maggioranza assoluta. Junts, il partito di Carles Puigdemont, cresce di tre seggi ma Erc, attualmente al governo, incassa solo 20 deputati ben 13 in meno del 2021. Perde terreno anche la sinistra radicale indipendentista della Cup che incassa 4 seggi, perdendone 5. L'ultradestra indipendentista di Aliança Catalana entra nel nuovo Parlament con 2 seggi. Il fronte indipendentista appare ora lontano dalla maggioranza assoluta di 68 seggi. Il Partito dei socialisti di Catalogna si conferma primo con 42 seggi in netto vantaggio rispetto alle altre forze politiche. Per la prima volta da tredici anni, i partiti a favore dell'indipendenza hanno perso la maggioranza nel Parlamento catalano.
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I socialisti guidati da Salvador Illa vincono le elezioni in Catalogna aumentando nettamente il distacco dalle forze indipendentiste, che perdono la maggioranza assoluta. È il quadro che tracciano i risultati parziali con oltre il 95% delle schede scrutinate. Il Partito dei socialisti di Catalogna risulta aver ottenuto 42 seggi, 9 in più rispetto alla precedente tornata elettorale del 2021. Junts, il partito dell'ex presidente della Generalitat Carles Puigdemont supera Esquerra Republicana de Catalunya, attualmente al governo, incassando 36 seggi, 4 in più. Erc del governatore Pere Aragone's registra invece un brusco calo fermandosi a 20 seggi con una perdita di 13 deputati. Male anche la sinistra radicale indipendentista della Cup, che si ferma a 4 seggi e ne perde 5. Un buon risultato lo incassa il Partito popolare che supera Vox e si attesta a 15 seggi, 12 in più del 2021. Il partito di Santiago Abascal conferma gli 11 deputati. Comuns Sumar cala a 6 seggi. Entra poi nel nuovo Parlament con 2 seggi il partito di estrema destra pro-indipendenza Aliança Catalana guidato dalla sindaca di Ripoll, Sílvia Orriols, novità di questa tornata elettorale. Resta fuori invece Ciudadanos, un tempo punto di riferimento dell'elettorato anti-indipendentista.
Il premier spagnolo Pedro Sanchez si è congratulato con il candidato socialista alla Generalitat catalana, Salvador Illa, e ha parlato di un "risultato storico" in Catalogna che apre una "nuova fase". "Congratulazioni Salvador Illa, per questo storico risultato ottenuto in Catalogna. Noi socialisti torniamo a essere la prima forza. Da oggi si apre una nuova tappa in Catalogna per migliorare la vita dei cittadini, ampliare i diritti e rafforzare la convivenza", ha scritto Sanchez su X, ringraziando poi i militanti e gli elettori. "La Catalogna è pronta a realizzare un nuovo futuro e a inaugurare un tempo di speranza", ha aggiunto il premier.
"Il Partito Popolare è tornato. Siamo di nuovo il punto di riferimento della Catalogna con buon senso, che crede nella convivenza e si sente catalana, spagnola ed europea": lo ha detto Dolors Montserrat, eurodeputata e candidata del Partito Popolare spagnolo alle amministrative catalane, in un primo commento sulla "grande crescita" delle formazione di centrodestra secondo lo scrutinio provvisorio (di circa 7 punti percentuali). "Il nostro messaggio è chiaro - ha aggiunto -: nessun voto nostro permetterà a un indipendentista di essere presidente".
I seggi per le elezioni regionali in Catalogna hanno chiuso alle ore 20 nell'orario prestabilito senza che ci sia stata alcuna proroga come avevano invece chiesto i partiti indipendentisti Erc e Junts in considerazione dei problemi alla circolazione dei treni che si sono registrati per tutta la giornata, in particolare a Barcellona, per il furto di rame. E' dunque iniziato lo spoglio delle schede elettorali. Il premier Pedro Sanchez lo sta seguendo come di consueto dal Palazzo della Moncloa. I candidati alla presidenza della Generalitat sono invece tutti a Barcellona ad eccezione di Carles Puigdemont che si trova nel quartier generale aperto dal partito Junts nella località francese di Argelers.