Nel libro, Ernesto Guevara sostenne il modello di rivoluzione sperimentato a Cuba, inaugurato da un piccolo gruppo di guerriglieri (foco), senza la necessità di ricorrere a grandi organizzazioni che sostenessero l'insurrezione armata (la cosiddetta dottrina del focolaio). Questa stessa strategia, però, sarebbe fallita in Bolivia. Prima di arrivarci, il Che, viaggiatore instancabile, visitò altri Paesi: Repubblica Popolare Cinese, Egitto, Algeria, Ghana, Guinea, Mali, Dahomey, Congo-Brazzaville e Tanzania, con soste in Irlanda, a Parigi e a Praga.
La rivolta in Congo - L'orientamento filocinese di Guevara diveniva sempre più problematico per Cuba, mano a mano che l'economia del Paese diventava sempre più dipendente dall'Unione Sovietica. Proprio nei confronti di quest'ultima, il rivoluzionario argentino manifestò segni di insoddisfazione, soprattutto a causa della decisione di ritirare i missili da Cuba durante la crisi dell'ottobre 1962. Guevara lasciò quindi Cuba e si recò in Congo, "incaricato" da Castro per esportarvi l'istanza rivoluzionaria cubana. Nel Paese africano, il Che offrì il suo sostegno al movimento marxista dei Simba, favorevole a Patrice Lumumba. La rivolta però fallì per vari motivi, tra cui le faide intestine al fronte rivoluzionario e la sostanziale incompetenza dei combattenti.
Ed eccoci dunque in Bolivia. Qui, nel marzo 1967, ebbero luogo i primi scontri con l'esercito. Era la prova, per il presidente René Barrientos Ortuño, della presenza del rivoluzionario argentino nel Paese. Le truppe boliviane furono informate del suo desiderio: vedere la testa di Guevara piantata su una picca e mostrata nel centro di La Paz. Nonostante alcuni successi, la rivoluzione in Bolivia era destinata a fallire: il Che non aveva infatti previsto l'intervento degli Usa a favore del regime e il mancato appoggio degli oppositori locali del governo. La caccia a Guevara in Bolivia fu guidata da Félix Rodríguez, un agente della CIA infiltrato a Cuba. Guevara era rimasto senza viveri e senza vie di scampo: si rifugiò in un canalone (quebrada) dove fu circondato e catturato dai militari boliviani l'8 ottobre del 1967. Il giorno successivo, sofferente e già ferito gravemente, fu giustiziato con una pallottola al cuore.