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I volti degli italiani che hanno costruito l'Empire State Building

In soli due anni e con dodici giorni d'anticipo sul previsto hanno eretto uno dei palazzi simbolo di New York

24 Nov 2014 - 10:29

Nonostante non sia più da molto tempo l'edificio più alto del mondo, l'Empire State Building rimane comunque uno degli elementi architettonici più attraenti di New York. Con i suoi 443 metri di altezza è stato il grattacielo più alto del mondo fra il 1931 e il 1967 e dal 1986 risulta iscritto al National Historic Landmark Program come monumento nazionale. Un'opera maestosa realizzata col contributo particolare di operai italiani e irlandesi.

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Ogni anno tre milioni di turisti salgono sulla terrazza panoramica per godere di una vista unica sulla grande mela. Ma se per farlo usano dei super ascensori devono dire grazie ai 3400 operai che hanno eretto l'edificio in soli due anni
Il cantiere aprì il 24 settembre del 1929 con lo smantellamento di tutti gli edifici che componevano il vecchio Waldorf Astoria, e le grandi operazioni di scavo per le fondamenta iniziarono il 22 gennaio del 1930, a pochi mesi dal grande crollo borsistico del 1929.
Il 17 marzo del 1930 si iniziò a lavorare all'assemblaggio della struttura di acciaio, che venne completata il 19 settembre, dopo appena ventitré settimane e con un anticipo di dodici giorni rispetto alle previsioni.
I lavori di completamento proseguirono altrettanto rapidamente al ritmo di quattro piani a settimana impiegando circa 3.400 operai, in gran parte immigrati italiani e irlandesi, affiancati da una cospicua minoranza di nativi Mohawk provenienti dalla riserva canadese di Kahnawake, assunti per la loro ottima capacità di equilibrio anche a considerevoli altezze
Il cantiere dovette registrare il decesso di sei operai durante i lavori.
Nel periodo immediatamente successivo alla sua costruzione, in piena grande depressione, gli uffici rimasero quasi interamente vuoti, costringendo la proprietà a far accendere alcune luci al suo interno per evitare che ciò si capisse; questo inutile stratagemma valse al grattacielo l'ironico soprannome di Empty State Building.
A salvare dalla bancarotta la società di gestione di questo grande edificio fu la realizzazione di un osservatorio posto al penultimo piano e l'accesso turistico alla grande terrazza dell'ottantaseiesimo piano
Nei locali interni adiacenti ad essa venne anche realizzata una cappella dove era possibile sposarsi. Gli introiti dei primi anni derivati dal flusso turistico eguagliarono l'importo complessivo della rendita degli affitti.
Nel 1933 l'edificio godette di una prima, vera notorietà mediatica quando fu scelto come luogo ipotetico per la scena finale del celebre film King Kong.
Nel 1945 l'edificio, ancora in parte sfitto, fu oggetto di una collisione aerea da parte di un velivolo militare che si schiantò accidentalmente sul lato nord causando quattordici vittime.
Dopo trentasei anni l'Empire State Building perse il primato di struttura autoportante più alta del mondo in favore della torre di Ostankino completata a Mosca nel 1967, in piena guerra fredda.

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