Alcuni scatti mostrano una realtà straziante: bambini sfruttati in fabbrica, nei campi e per le strade. Una pratica tristemente consueta prima del divieto imposto dalla Società delle Nazioni
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In fabbrica, nei campi, nelle stalle o per strada: fino ai primi decenni del Novecento non era raro vedere bambini lavorare con indosso la tuta da operaio o la tenuta da contadino. Un fenomeno diffuso in tutto il mondo, ma che nel Nuovo Mondo, in particolare negli Stati Uniti, ha forse suscitato sdegno ed indignazione più che altrove. La piaga dello sfruttamento del lavoro minorile venne formalmente bandita soltanto nel 1924 dalla Società delle Nazioni, che adottò la Convenzione di Ginevra.
Gli scatti sono stati realizzati dal fotografo Lewis W. Hine tra il 1908 e il 1921, periodo in cui ha prestato la sua opera per il National Child Labor Committee. L'organizzazione nacque a New York nel 1904 proprio per promuovere una radicale riforma del lavoro minorile.
Secondo l'ufficio di censimento americano, nel 1900 lavoravano a tempo pieno 1.752.187 bambini fra i cinque e i dieci anni di età. Solo vent'anni prima, nel 1880, il loro numero era inferiore di oltre mezzo milione.
E' però tristemente noto che, nonostante gli sforzi compiuti nel secolo scorso, la piaga dello sfruttamento minorile continua a interessare numerosi Paesi del mondo. Le campagne e le iniziative contro la manodopera infantile non hanno creato alternative ai bambini attualmente occupati, che si ritrovano così costretti a indirizzarsi verso altre attività produttive, nella maggior parte dei casi più pericolose. Nonostante i numerosi provvedimenti attuati, i bambini vittime di schiavitù e privati di una buona infanzia sono ancora molti.