L'umorista, arrestato mercoledì mattina e rilasciato in serata, comparirà davanti al giudice il 4 febbraio. In tutto, dal giorno dell'attentato, in Francia sono stati aperti oltre 50 fascicoli per lo stesso reato nei confronti di diverse persone
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Il controverso umorista francese Dieudonné è stato rinviato a giudizio con l'accusa di apologia di terrorismo e comparirà davanti ai giudici il 4 febbraio. Il polemista era stato arrestato mercoledì mattina dopo l'apertura di un'inchiesta: il comico, dopo la marcia di Parigi, aveva scritto su Facebook di sentirsi "Charlie Coulibaly", facendo riferimento al jihadista ucciso nel negozio kosher. Una volta rinviato a giudizio, Dieudonné è stato rilasciato.
Una volta scarcerato, il comico ha regolarmente tenuto il proprio spettacolo, "La bete immonde", al teatro della Main d'or.
Noto per i suoi atteggiamenti provocatori e accusato spesso di antisemitismo, Dieudonné aveva partecipato alla marcia di domenica. Poi, tornando a casa, aveva scritto sul web il messaggio "Je suis Charlie Coulibaly". Di fronte alle proteste dei frequentatori di social network, Dieudonné aveva tolto il post la mattina di lunedì, spiegando poi in una lettera di essere considerato "come Amedy Coulibaly" ma di "sentirsi Charlie".
Per il legale del comico, però, le accuse nei confronti di Dieudonné sono "ridicole", una forma di "persecuzione di questo artista". "Sbagliano obiettivo", aggiunge l'avvocato, secondo cui "in questo momento c'è di meglio da fare per combattere il terrorismo. L'avvocato critica poi il "dispiegamento di mezzi" messo in campo per l'arresto del suo assistito, spiegando che "dieci poliziotti si sono presentati a casa sua".
Cinquanta fascicoli per apologia - Dal giorno dell'attentato alla redazione di Charlie Hebdo,in Francia sono state già aperte una cinquantina di procedure giudiziarie per apologia di terrorismo. Degli oltre 50 fascicoli aperti per apologia di terrorismo dalla giustizia francese negli ultimi giorni, 20 si sono già tradotti nell'apertura di un'inchiesta e 5 condanne, tutte a pene detentive, sono già state pronunciate.
Più precisamente, secondo Le Monde, otto persone sono state convocate dalla polizia giudiziaria, altre otto saranno processate per direttissima e tre restano in stato di fermo. La condanna più dura finora pronunciata, 4 anni di detenzione, è per un uomo di 34 anni arrestato nel nord della Francia: dopo aver provocato un incidente guidando ubriaco aveva urlato ai poliziotti che "ci vorrebbero più Kouachi". In questo caso, però, l'apologia di terrorismo era associata al altri reati.