Perché gli 007 francesi hanno fallito? Chi erano i fratelli Kouachi e Coulibaly? Chi ha fornito loro un vero e proprio arsenale?
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Tre giorni di terrore, un intero Paese nel panico, tre terroristi islamici capaci di far tremare la Francia e l'Europa intera; una vera e propria battaglia finale, vittime innocenti, l'uccisione dei terroristi; la rivendicazione di Al Qaeda, i buchi nei Servizi, la paura che torna: potrebbe non essere finita. Bisogna dare risposte, e bisogna farlo in fretta, per evitare tutto ciò che si può evitare. François Molins, il procuratore di Parigi, ha sollevato nuovi dubbi: nelle azioni messe in atto dai fratelli Kouachi e da Amedy Coulibaly qualcosa non torna. E restano alcune fondamentali domande.
Qual era il profilo psicologico dei tre attentatori?
I fratelli Kouachi erano dei foreign fighters a tutti gli effetti: avevano ricevuto un primo indottrinamento in Francia, poi erano stati addestrati da un punto di vista militare in Yemen e infine avevano combattuto in Siria. Erano in grado di usare armi da guerra. Al contrario Coulibaly era un "semplice" squilibrato violento. Fonti dei serivizi lo hanno etichettato come "il classico balordo che in carcere è poi diventato un criminale e fuori dalla moschea un terrorista".
Se avevano preparazione militare, perché i fratelli Kouachi hanno compiuto una sfilza di gaffe e imprecisioni?
Almeno quattro le goffagini dei due terroristi che hanno fatto una strage nella redazione parigina di "Charlie Hebdo":
1. Hanno sbagliato l'indirizzo dell'assalto.
2. Durante l'azione uno perde una scarpa e si ferma a raccoglierla.
3. Uccidono una donna e un addetto alla sicurezza della redazione contrariamente alla decisione di risparmiare donne, bambini e civili, cioè persone che non erano espressamente bersagli infedeli.
4. Hanno con sé i documenti di identità e ne dimenticano uno sull'auto della fuga. Alla freddezza con cui hanno lasciato sul campo 12 vittime, hanno alternato questa sfilza di imprecisioni. Le forze dell'ordine hanno quindi supposto che i due Kouachi avessero sì una preparazione militare, ma molto sommaria e frettolosa.
I terroristi avevano dei complici? Qualcuno li ha aiutati a nascondersi?
Il procuratore di Parigi Molins, al momento, non se la sente di escluderlo. Dopo aver ringraziato pubblicamente gli investigatori che hanno consentito una rapida identificazione dei ricercati (i fratelli Kouachi avevano lasciato una carta d'identità nell'auto utilizzata per scappare dopo l'attacco al settimanale Charlie Hebdo, mentre per identificare Colibaly è stato analizzato il dna su un passamontagna perso nella zona dove l'uomo ha ucciso la vigilessa, ndr), il procuratore di Parigi ha affermato che sembra accertato come i tre terroristi non intedessero fuggire ma morire "da martiri". Sherif Kouachi aveva avuto decine di conversazioni telefoniche con la compagna di Coulibaly, Hayat Boumeddienne, il cui ruolo è da accertare (è tuttora ricercata). La donna forse era nel negozio di alimentari dove è stato ucciso Coulibaly (alcune testimonianze lo negano), forse era con lui quando è stata uccisa la vigilessa, forse è riuscita a scapparee fingendosi ostaggio. Avrebbe anche fatto delle chiamate in quelle ore, chiedendo ai suoi interlocutori "di agire". Hayat Boumeddienne complice, quindi? Probabile. Solo lei? Impossibile dirlo. Secondo Cnn poi, al Qaeda avrebbe attivato nelle ultime ore diverse cellule dormienti presenti sul territorio francese.
Chi ha armato i tre terroristi?
Il procuratore di Parigi parla di un vero e proprio arsenale. A Dammartin gli investigatori hanno trovato pistole, granate, lanciarazzi e una dozzina di bombe molotov. Nel negozio di alimentari a Porte de Vincennes sono stati trovati un fucile Kalashnikov, due pistole e quindici esplosivi. Potevano portarsi tutto da soli?
In cosa ha sbagliato l'intelligence francese?
Almeno quattro le falle nella sicurezza transalpina:
1. Da sei mesi gli 007 francesi avevano interrotto la sorveglianza dei due fratelli Kouachi.
2. L'allerta dei servizi algerini di imminenti attentati di matrice islamica è rimasta inascoltata.
3. La scorta alla redazione di "Charlie hebdo" era stata inspiegabilmente allentata.
4. La compagnia di uno dei terroristi, Hayat Boumeddien, resta ancora irreperibile e non è chiaro se abbia preso parte alle azioni terroristiche di questi giorni.
L'attacco è stato "sponsorizzato"?
Kouachi Sharif ha affermato a BFM TV di essere stato inviato da al Qaida nello Yemen, braccio dell'organizzazione terroristica fondata da Osama bin Laden. Inoltre ha detto di essere stato finanziato dall'emiro Anwar al Awlaki, che è stato ucciso però nel 2011 in un attacco di un drone statunitense. Coulibaly invece ha detto di aver preso istruzioni dal sedicente stato islamico, l'Isis. Inoltre ha affermato di essere sempre stato in contatto con i fratelli Kouachi. "Eravamo sincronizzati per le operazioni", ha detto. Possibile, non ancora accertato. I dubbi restano tanti. Da chiarire anche le intenzioni di al Qaida rispetto agli attentati avvenuti a Parigi. La prima ipotesi è che la multinazionale del terrore abbia preparato i fratelli Kouachi e li abbia trasformati in una cellula dormiente pronta ad agire alla prima occasione utile. Ma è aperta anche l'opzione secondo la quale i due giovani francesi sarebbero stati lasciati liberi di pianificare un attentato a proprio piacimento salvo poi offrire la strage alla fazione di appartenenza.
Cosa volevano fare i fratelli Kouachi dopo la strage al "Charlie Hebdo"?
Al momento non è chiaro se i due avessero un piano prestabilito: dopo l'assalto al 10 di Rue Appert, hanno vagato senzqa una meta precisa.