Il giornalista Cheffou, ritenuto per giorni di essere il terzo sospetto del video in aeroporto, è stato rilasciato anche se per ora resta accusato di terrorismo. Intanto l'algerino arrestato a Salerno: "Io non c'entro"
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Colpo di scena a Bruxelles. La polizia è ancora a caccia dell' "uomo con il cappello", il terzo sospetto che compare nelle foto degli attentatori dell'aeroporto. Per giorni si è creduto che si trattasse del giornalista freelance Faycal Cheffou, arrestato e poi rilasciato, anche se resta accusato di terrorismo. Una traccia del terzo attentatore potrebbe essere stata trovata su un bus, dove sono stati recuperati dei guanti con tracce di esplosivo.
Terzo uomo, l'appello della polizia - Per trovare il "terzo uomo", gli inquirenti hanno lanciato un appello. "La polizia - si legge nel comunicato degli inquirenti belgi - sta cercando di identificare l'uomo. E' sospettato di aver commesso l'attentato all'aeroporto di Zaventem martedì, 22 marzo 2016. Se riconoscete questa persona o se disponete di informazioni riguardo all'attacco, si prega - conclude il messaggio pubblicato sul sito web della polizia federale - di contattare gli investigatori tramite il numero verde 0800 30 300. Discrezione assicurata".
Tracce del terzo uomo su un autobus? - Una traccia del terzo uomo potrebbe essere stata trovata su un autobus a Bruxelles, dove, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, citando fonti ufficiali Usa, sono stati recuperati due guanti, ambedue per la mano destra e con tracce di esplosivo. Potrebbe trattarsi dei " guanti compagni" di quelli utilizzati dai kamikaze dell'aeroporto di Zaventem. Gli inquirenti starebbero tentando di determinare se sono stati abbandonati durante la fuga dal terzo attentatore non ancora identificato.
Cheffou rilasciato ma restano le accuse - "Gli indizi che avevano portato all'arresto di Faycal Cheffou non sono stati supportati dall'evoluzione dell'istruttoria in corso. Di conseguenza, l'interessato è stato rimesso in libertà dal magistrato", scrive la procura in un comunicato. Cheffou, che era stato arrestato giovedì a Bruxelles perché sospettato di essere il terzo attentatore dell'aeroporto di Zaventem, per il momento resta però incriminato per tutti i capi di accusa che gli erano stati contestati: partecipazione ad attività terroristiche, omicidio e tentato omicidio terrorista. L'uomo era stato riconosciuto dal tassista che portò gli attentatori dal covo di Schaerbeek allo scalo.
L'algerino preso a Salerno: "Io non c'entro" - "Non sono un terrorista, non so nulla di terrorismo e neppure di documenti falsi". Così ha ripetuto a chiunque ha potuto avvicinarlo nel carcere salernitano di Fuorni l'algerino arrestato dalla polizia a Bellizzi. L'uomo è rimasto quasi sempre in silenzio, salvo chiedere notizie della moglie, che è incinta. Contro di lui l'accusa è di aver fatto parte di una rete che produceva falsi documenti che sarebbero stati utilizzati anche da alcuni terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles. Ouali è detenuto in regime di isolamento, con controlli frequenti da parte della polizia penitenziaria. L'algerino comparirà il primo aprile davanti alla Corte d'Appello di Salerno, che dovrà decidere sull'estradizione in Belgio.
Gli investigatori di Salerno escludono errore d'identità - "L' indagine non è ancora conclusa. Stiamo lavorando". Fonti investigative, intanto, escludono qualunque errore di identità nell'arresto dell'algerino. Tale ipotesi era stata sollevata dal sindaco di Bellizzi, Domenico Volpe. Gli investigatori si dicono sicuri delle informazioni in possesso sul 39enne. Anche la giornata festiva di lunedì in Albis ha visto al lavoro gli agenti della Digos di Salerno, che stanno cercando di ricostruire la rete di contatti di Ouali. Non si cercano, però - come reso noto dal questore Alfredo Anzalone - complici dell'algerino.