Decisa l'anno precedente, l'invasione dell'Europa era stata definitivamente approvata poco più di sette mesi prima. Ma per non far capire ai tedeschi quali fossero i piani degli alleati, bisognava sviare i loro sospetti con l'operazione Fortitude
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Lo sbarco in Normandia era stato deciso l'anno prima, nell'agosto 1943 durante la Conferenza del Quebec (in codice "Quadrant"), ed era stato definitivamente approvato il 1° dicembre '43 durante la Conferenza di Teheran (in codice "Eureka") tra Roosevelt, Churchill e Stalin. Il dittatore sovietico, che da solo stava subendo l'urto della potenza tedesca, già dal 1942 chiedeva agli alleati di intervenire decisamente in Europa, ma se Roosevelt era particolarmente in sintonia con Stalin (il quale, in cambio dell'apertura del secondo fronte europeo, aveva garantito di entrare in guerra contro il Giappone dopo la caduta della Germania, cosa che poi fece ma solo nominalmente) non così lo era Churchill, che non vedeva di buon occhio l'alleanza con l'Urss intravedendo il pericolo rappresentato dall'espansione sovietica in Europa.
I timori di Churchill - E così per mesi il primo ministro britannico tirò le cose per le lunghe, sia per indebolire il più possibile i russi, in modo che, una volta finita la guerra, non rappresentassero una minaccia, sia per far pagare a Stalin quella scellerata intesa firmata nell'agosto '39 con il Terzo Reich, il patto Molotov-Ribbentrop, che prevedeva la spartizione della Polonia tra Germania e Unione Sovietica e la divisione dell'Europa orientale in sfere d'influenza.
Ma il motivo dei tentennamenti britannici era anche un altro: Churchill, da buon primo ministro dell'enorme impero coloniale di Sua Maestà, era più interessato al Mediterraneo e (soprattutto) all'Africa che all'Europa settentrionale, tanto che in più occasioni aveva sostenuto il ruolo dell'operazione Anvill-Dragoon (l'invasione della Francia da Sud) a discapito dell'Overlord (l'invasione da Nord). E proprio l'ostinazione del primo ministro britannico aveva ritardato i preparativi del D-day (che la Conferenza di Teheran aveva fissato per il 1° maggio 1944): Churchill si rifiutava di cedere ad Eisenhower i mezzi da sbarco stanziati nel Mediterraneo per l'operazione Anvill, ma senza quei battelli era impossibile portare a termine l'Overlord.
Alla fine però Churchill, messo in "minoranza" dagli alleati, dovette fare buon viso a cattivo gioco e accettare che fosse Overlord l'invasione principale. E così in Inghilterra si insediò lo Shaef (Supreme Headquarters Allied Expeditionary Forces, Comando Supremo delle Forze di Spedizione Alleate), a capo del quale venne posto il generale Eisenhower.
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L'operazione "Fortitude": fumo negli occhi - La preparazione dell'invasione fu di una straordinaria difficoltà, ma proprio grazie alla meticolosità con la quale vennero predisposti i piani di attacco il D-day fu un successo. Non solo della guerra sul campo, ma anche del controspionaggio.
Per sviare i tedeschi, i quali sapevano che prima o poi dall'Inghilterra sarebbe arrivata una forza d'invasione, gli alleati fecero di tutto per far credere ad Hitler che lo sbarco sarebbe avvenuto al passo di Calais, nel punto della Francia più vicino alle coste britanniche. E per far questo organizzarono l'operazione "Fortitude": un' organizzazione senza precedenti al solo scopo di gettare fumo negli occhi ai tedeschi. Venne costituita, al comando del generale Patton, un'armata fantasma nell'Inghilterra orientale: si trattava di carri armati di compensato, di gomma o di cartone, realizzati in dimensioni reali, perfettamente schierati uno accanto all'altro, in modo da ingannare la ricognizione aerea facendo credere all'Alto comando tedesco che quelli erano i mezzi destinati all'invasione, e che se erano lì lo sbarco non sarebbe potuto che avvenire a Calais.
Anche il nome di Patton fece la sua scena: la fama del generale, che aveva già dato una sonora batosta ai tedeschi durante lo sbarco in Sicilia, era giunta anche in Germania, e nessuno credeva possibile che il focoso californiano avrebbe accettato di restare fuori dalla mischia. Dove c'era Patton, quindi, doveva per forza esserci la forza d'invasione.
"Enigma" e "Ultra" - Gli inglesi, poi, potevano controllare in tempo reale il successo della loro "cortina fumogena": essendo da tempo riusciti a decrittare il codice "Enigma" che i tedeschi continuavano a reputare impenetrabile, i britannici decifravano con "Ultra" ogni comunicazione, e seppero così che la maggior parte degli ufficiali tedeschi era caduta nella trappola e si aspettava un'invasione da Calais. Per finire, gli alleati bombardarono costantemente l'area del Passo di Calais, per convincere ancor più i tedeschi che l'invasione sarebbe partita proprio da lì.
Ma le migliaia di navi e di uomini che si andavano radunando nel Sud dell'Inghilterra per sferrare l'attacco alla Normandia non si potevano certo nascondere, e così al Controspionaggio venne la brillante idea di far credere ai tedeschi (utilizzando alcune spie doppiogiochiste) che Overlord fosse in realtà un diversivo. E anche in questo caso la tattica riuscì: il 6 giugno, nonostante il massiccio sbarco in Normandia, Hitler ancora si rifiutava di spostare le sue divisioni corazzate, convinto com'era che Overlord non fosse la vera invasione, la quale invece sarebbe stata realizzata a Calais. Quando finalmente i panzer tedeschi intervennero sulle coste normanne, ormai era troppo tardi per fermare l'avanzata alleata.