La coppia Trump-Clinton resta favorita, ma l'appuntamento nella Grande Mela si annuncia come il momento decisivo per assegnare la vittoria
Momenti di tensione a Buffalo, dove Donald Trump ha deciso di chiudere la campagna elettorale nello Stato di New York prima del nuovo round nella corsa alle presidenziali Usa. Il candidato repubblicano alle primarie è stato duramente contestato e, come informa la polizia, almeno sei persone sono state arrestate fuori dal luogo dell'evento, mentre altri 21 manifestanti sono stati allontanati dall'area del comizio.
Il magnate della Grande Mela si è scagliato contro il suo diretto concorrente Ted Cruz dicendo: "Nessun newyorchese può votarlo. Ted Cruz odia New York". Il clima elettorale dunque si surriscaldaalla vigilia dell'appuntamento nella megalopoli del New Jersey, mentre la coppia Trump-Clinton si conferma come la favorita nella lotta delle primarie. Bernie Sanders punta sulla sanità lanciando l'Italia come modello: un sistema, dice il candidato democratico, come in Francia, Germania e Regno Unito, in cui l'assistenza sanitaria è "un diritto di tutti, non un privilegio".
Nella principale città d'America scocca insomma l'ora della verità. Per i candidati repubblicani e democratici alla Casa Bianca potrebbe essere il punto di svolta, sia nell'uno che nell'altro schieramento.
Sanders tra effetto-Papa e bagni di folla - Il senatore "socialista" Sanders, reduce da una campagna travolgente nella Grande Mela, da Manhattan a Brooklyn ha portato in piazza decine di migliaia di persone, alimentando un entusiasmo - soprattutto tra i giovani - che forse non si vedeva dalla campagna di Barack Obama nel 2008. Un'eredità che rimarrà, comunque vadano le cose.
Il senatore spera poi in quello che è stato definito l'effetto-Papa dopo il suo viaggio lampo in Vaticano, dove ha avuto l'occasione per salutare il Pontefice, sottolineando una visione comune tra i due, dalla lotta alle diseguaglianze sociali a quella contro i cambiamenti climatici.
Gli ultimi numeri però non lasciano molti dubbi: secondo Realclearpolitics (che fa una media di tutti i sondaggi), la Clinton è avanti su Sanders di 15 punti (il 55% delle preferenze contro il 40%). Se il pronostico dovesse essere rispettato, a Hillary andrebbero ben 247 delegati, che si andrebbero ad aggiungere ai 1.758 già conquistati (contro i 1.069 del rivale). La soglia dei 2.382 delegati necessari per vincere la nomination dem sarebbe oramai a portata di mano. E il colpo del ko potrebbe arrivare il 26 aprile, quando si voterà in Pennsylvania.
Trump, la corsa finale - Più complessa la situazione tra i repubblicani. A New York Trump dovrebbe sbancare, avendo nei sondaggi un distacco di 34 punti sul governatore dell'Ohio John Kasich e di 37 punti sul senatore texano Ted Cruz. In palio qui ci sono 95 delegati, con il tycoon che ne ha già conquistati 755 contro i 545 di Cruz, i 147 di Kasich e i 171 di Marco Rubio prima del suo ritiro dalla corsa. Per Trump, dunque, raggiungere la fatidica soglia dei 1.237 delegati è un po' più difficile. Con lo spauracchio della "brokered convention", una convention a cui si arrivi senza un candidato con i numeri sufficienti, sempre dietro l'angolo.