I genitori di Humayun Khan, ucciso in Iraq nel 2004 ed eroe di guerra, erano intervenuti alla convention dei democratici a Philadelphia. Contro di loro le invettive del tycoon
"Donald Trump è ignorante di Islam". Arriva diretta come un gancio la replica di Ghazala Khan, madre di Humayun, eroe di guerra musulmano americano, ucciso in Iraq nel 2004. La donna era salita sul palco della convention dei democratici di Philadelphia con il marito, entrambi di origine pakistana e di religione islamica. In quell'occasione aveva parlato solo il padre del soldato, ricordandone il sacrificio per l'America. Non perse l'occasione il candidato repubblicano per attaccarli: "Perché la donna non ha parlato? Perché l'Islam lo vieta". E ancora: "Suo figlio è un eroe perché è morto per la patria? Io ho creato posti di lavoro. Il discorso è stato scritto dai ghostwriter di Hillary?".
La replica della mamma di Humayun Khan La donna, tirata in causa da Trump dopo l'intervento del marito alla convention dem a Philadelphia che ha incoronato come candidato alla Casa Bianca Hillary Clinton, ha fatto arrivare la sua replica dalle colonne del Washington Post. "Donald Trump dice di aver fatto molti sacrifici. Lui non sa neanche cosa vuol dire la parola sacrificio. E quando parla di Islam è ignorante", ha risposto mamma Ghazala, spiegando di non aver voluto prendere la parola sul palco a causa del dolore per la morte del figlio. Il marito nel suo discorso aveva messo in relazione la storia del loro Humayun, eroe di guerra musulmano, con la proposta di Trump di negare l'ingresso ai musulmani negli Stati Uniti e aveva invitato lo stesso Trump a leggere la Costituzione e a recarsi al cimitero di Arlington per visitare le tombe dei soldati americani di diverse origini.
Per l'Isis Humayun è un apostata Il soldato Usa di origini pakistane Humayun Khan era morto in un attacco bomba del 2004 in Iraq: il suo sacrificio ha riacceso il dibattito sul ruolo dei musulmani negli Stati Uniti nella campagna elettorale per le presidenziali dell'8 novembre. Ma lo Stato islamico lo condanna come "apostata" e nell'ultimo numero della rivista Dabiq l'Isis mostra una foto nel cimitero di Arlington della sua tomba accompagnata dalla didascalia: "Attenzione a morire come un apostata". L'articolo di accompagnamento, a firma di un "americano convertito allo Stato islamico" di cui non viene rivelata l'identità, invita i musulmani a resistere alle influenze occidentali o a migrare nei territori controllati dall'Isis o a compiere attacchi da lupi solitari.