NEGOZIATI CONCLUSI

Trattati di Roma, chiusa dichiarazione: firmeranno tutti i Paesi Ue

Superate le riserve di Polonia e degli Stati dell'Est sulla multivelocità. Anche il voto di Atene non sembra in dubbio. Tutte le discordanze dovrebbero essere superate con il documento finale

23 Mar 2017 - 11:29

Si sono conclusi positivamente i negoziati per limare il testo della dichiarazione che sarà siglata il 25 marzo al Campidoglio per i 60 anni dei Trattati di Roma. E' stato infatti raggiunto un compromesso per riavvicinare i Paesi dell'Est Europa del gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria), scettici sulla formula dell'Ue a più velocità. Il testo potrà ora essere firmato da tutti i 27 Paesi membri dell'Unione.

I termini della "multivelocità" sono stati rivisti ed è stata formulata una normativa di compromesso che ha rassicurato la Polonia e gli altri Paesi dell'Est. In particolare, è stato inserito un riferimento ai trattati in vigore, nei quali già esiste la possibilità del ricorso a cooperazioni rafforzate, con carattere aperto e non escludente.

A bloccare il via libera definitivo al testo c'è però ancora una riserva della Grecia che ha chiesto rassicurazioni sulla seconda revisione del suo debito pubblico, questione estranea ai temi della dichiarazione e che comunque si conta di riuscire a superare. Non sembra insomma in dubbio il voto finale di Atene.

Il testo finale sarà di circa una pagina e mezza, con una prima parte dedicata ai traguardi raggiunti dall'Ue in questi 60 anni, una seconda dedicata alle sfide esterne dell'Unione, tra cui quella posta dall'amministrazione Trump, e una infine con le priorità da perseguire nei prossimi 10 anni, come già annunciato la scorsa settimana dal premier Gentiloni alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

Renzi: "Il potere passi dalla burocrazia alla democrazia" - In una ricorrenza storica come quella dei Trattati di Roma, ha voluto far sentire la sua voce anche l'ex premier Matteo Renzi, che sulla sua e-news ha scritto: "La cerimonia di Roma cade in un momento particolarmente importante e sarà l'occasione per insistere sulle nostre battaglie. Da quelle sulla ricerca, l'innovazione, la conoscenza a quelle sulla flessibilità e gli investimenti. Dall'immigrazione fino alla democrazia. Sì, la democrazia. Io penso che una delle sfide più grandi che abbiamo sia quella di trasferire sempre di più il potere europeo dalla burocrazia alla democrazia".

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