I dettagli dell'attentato avvolti nel mistero trapelano dall'inchiesta della procura francese. Oltre 5mila pagine di interrogatori. VITTIMA BATACLAN SI RISVEGLIA DA COMA E TORNA A CANTARE
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Poco si è saputo del fallito attentato allo Stade de France di Parigi. Gli inquirenti ci hanno messo più di un mese per raccogliere le testimonianze raccolte in oltre 5mila pagine di inchiesta. E ora si viene a sapere che il kamikaze che doveva compiere la strage nello stadio ha tentato quattro volte di entrare nella struttura ma è stato sempre fermato dagli steward della sicurezza.
Oltre 5330 pagine di verbali, stilati da circa 850 agenti delle forze dell'ordine. Sono gli impressionanti numeri dell'inchiesta della procura antiterrorismo di Parigi sugli attentati del 13 novembre, di cui Le Figaro svela alcuni nuovi dettagli, in una meticolosa ricostruzione dei fatti di quella tragica sera.
Il kamikaze allo stadio - Il quotidiano rivela per esempio che uno dei kamikaze dello Stade de France ha tentato almeno quattro volte di entrare da uno dei cancelli, ma è sempre stato respinto dai servizi di sicurezza, decidendo alla fine, frustrato, di farsi esplodere davanti a un Mc Donald's poco lontano. Altri due uomini "che parlottavano in arabo" si sono invece mescolati alla folla di un'entrata sul lato opposto al loro complice, ma anche loro si sono visti respingere dagli steward. Uno di loro, secondo un fermo immagine di un filmato della videosorveglianza, potrebbe essere il super-ricercato Salah Abdeslam, ritenuto uno dei coordinatori logistici degli attacchi.
Gli scudi umani al Bataclan - Ancora piu' agghiacciante il racconto dell'attacco al Bataclan, in cui l'inchiesta conferma molte indiscrezioni filtrate nelle scorse settimane, dagli attentatori che uccidevano gli ostaggi con fredda lucidità ai riferimenti all'intervento francese in Siria. Con un nuovo, terribile particolare: secondo un testimone, alcuni degli ostaggi sarebbero stati messi come "scudi umani" davanti alle porte del locale.
Sui ristoranti una pioggia di 400 proiettili - Il terzo commando in azione, quello che ha colpito i tavolini all'esterno di diversi bar nell'est di Parigi, ha sparato quasi 400 proiettili in 20 minuti, rivela ancora l'inchiesta, spiegando che i due assalitori, che sedevano nei posti dietro della Seat nera guidata probabilmente da Abdeslam, sparavano "con tecniche di guerra", mostrandosi freddi e spietati con i feriti. Uno di loro era la presunta mente degli attacchi Abdelhamid Abaaoud, riconoscibile da "un paio di scarpe da tennis arancioni" che indossava anche il giorno del raid di Saint-Denis, il 18 novembre, in cui è rimasto ucciso.