I medici legali parlano di tagli provocati da armi affilate (forse machete), mutilazioni, tracce di proiettili e di esplosivo
Sarebbe stata una morta lenta e atroce quella dei nove italiani uccisi venerdì nell'attentato a un ristorante di Dacca, in Bangladesh. Le autopsie eseguite al policlinico Gemelli di Roma hanno infatti evidenziato segni di torture, tagli provocati da armi affilate (forse machete), mutilazioni, tracce di proiettili e di esplosivo. Non ci sarebbe sulle salme invece alcun segno di un "colpo di grazia".
I terroristi hanno infierito sulle loro vittime in modo tale da non farle morire subito. Il pm romano Francesco Scavo, titolare degli accertamenti, ha firmato il nulla osta per la restituzione delle salme alle famiglie. Nei prossimi giorni saranno celebrati i funerali. E sulla tragedia di Dacca il ministro per gli Affari Esteri Paolo Gentiloni riferirà giovedì in Senato.
Sul fronte delle indagini appare inevitabile che la procura di Roma chieda, tramite rogatoria internazionale, alle autorità del Bangladesh di avere copia degli atti dell'inchiesta sull'attacco terroristico. Il pm Scavo, al vaglio del quale c'è anche la possibilità di inviare degli investigatori a Dacca per seguire da vicino le indagini, potrebbe chiedere anche di interrogare il terrorista arrestato e altri soggetti che potrebbero fornire elementi utili per la prosecuzione degli accertamenti.
Mercoledì, intanto, Gian Galeazzo Boschetti, scampato alla morte al contrario della moglie Claudia D'Antona, ha ricostruito con i carabinieri del Ros, la dinamica del tragico attacco. Sentito come testimone, Boschetti, da 22 anni in Bangladesh, ha ribadito di essere sopravvissuto grazie a una telefonata che lo aveva fatto uscire dal locale e di non aver mai avuto sentore che potesse accadere una cosa del genere.
Ma un nuovo video diffuso dell'Isis su Internet minaccia altri attacchi in Bangladesh. Il filmato mostra tre giovani che parlano bengalese e elogiano il commando responsabile dell'attacco a Dacca. Il video è stato diffuso dal Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste sul web e sarebbe stato girato a Raqqa, la roccaforte dei jihadisti in Siria. "E' stato un assaggio...si ripeterà", dicono i tre nel video.