Deciso il fermo di un professore che è stato ripreso da alcune telecamere mentre fumava in terrazza con i membri del commando. Le salme delle vittime italiane a Roma martedì
I venti ostaggi del caffé di Dacca sono stati uccisi dai terroristi nei primi venti minuti dell'attacco. Lo riferisce il capo della polizia bengalese AKM Shahidul Haque: "Alcuni dicono che abbiamo agito troppo tardi con il blitz, non è vero". Deciso il fermo di altre tre persone. Tra loro anche Hasnat Karim, il professore che era nel locale per un compleanno ma che è stato ripreso da alcune telecamere mentre fumava in terrazza con i membri del commando.
"Abbiamo completato l'operazione in dodici ore - spiegano ancora alla polizia -, mentre in Paesi come il Kenya ci sono voluti quattro giorni prima che si affrontasse una situazione simile in uno dei loro centri commerciali". Gli autori della strage sono stati studenti della North South University di Dacca, lo stesso in cui insegnava Hasnat Karim.
Tra i terroristi anche il figlio di un noto politico - I media locali riferiscono che tra i terroristi c'era anche il figlio di un importante leader politico bengalese dell'Awami League. Il giovane Rohan Ibne Imtiaz - di cui non si avevano notizie da febbraio - è stato identificato attraverso controlli incrociati sulla base anche di informazioni fornite da alcuni amici. Alcuni suoi ex compagni di classe hanno postato una foto combo con il volto del giovane accanto a quella di uno terroristi: apparentemente si tratta della stessa persona. Suo padre è Imtiaz Khan Babul, uno dei principali esponenti del partito di maggioranza in Bangladesh.
Farnesina: "Si rischiano altri atti ostili" - Dal ministero degli Esteri italiano arriva un avvertimento, pubblicato sul sito Viaggiare sicuri: "In considerazione della presenza nel Paese di formazioni di ispirazione jihadista, non si può escludere il rischio di possibili ulteriori atti ostili". Agli italiani ancora a Dacca viene raccomandata la "massima prudenza, in particolare nei luoghi abitualmente frequentati da stranieri e di limitare gli spostamenti, soprattutto a piedi, allo stretto necessario".
Le salme degli italiani di ritorno martedì pomeriggio - Le salme dei nove italiani uccisi "rientreranno martedì alle 18" a Ciampino. Lo conferma Alfredo Graziani, sindaco di Magliano Sabina (Rieti), città di nascita di Simona Monti, una delle vittime della strage. La comunicazione è stata poi confermata anche dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. I corpi saranno poi trasferiti all'istituto di medicina legale dell'ospedale Gemelli di Roma per gli esami autoptici.