La 20enne Patience Carter è stata raggiunta dagli spari in entrambe le gambe. "Omar Mateen voleva che l'America smettesse di bombardare il suo Paese", ha raccontato
"Non ho nessun problema con la gente di colore, penso che i neri abbiano già sofferto abbastanza". Sono queste le parole pronunciate dal killer di Orlando, Omar Mateen, mentre stava mettendo in atto la terribile strage all'interno del gay club "Pulse". A riferirlo è Patience Carter, 20enne afroamericana sopravvissuta al massacro. "Mateen ha detto alle persone barricate nei bagni del locale - ha raccontato in conferenza stampa - di volere che l'America smettesse di bombardare il suo Paese (Mateen è cittadino americano ma con origini afghane, ndr)".
"Mateen ha telefonato al 911 proclamando fedeltà all'Isis", ha dichiarato Patience, rimasta ferita da colpi di arma da fuoco in entrambe le gambe. "Dopo la telefonata si è rivolto a noi che eravamo nascosti nei bagni, e ha chiesto se ci fossero dei neri - ha proseguito la giovane -. Io avevo troppa paura per rispondere, ma un uomo di colore ha risposto di sì, ce n'erano sei o sette". A quel punto il killer avrebbe risposto: "Voi sapete che non ho problemi con i neri, questo riguarda il mio Paese".
Patience prosegue nel racconto di quei momenti terribili: "C'erano corpi dappertutto, eravamo tutti ammassati nel bagno. Potevamo vedere impronte di sangue su ogni cosa". La 20enne era nel locale con amici e sua cugina, la 19enne Akyra Murray. "A un certo punto mi sono resa conto che qualcuno si trovava sopra il corpo di Akyra: era in fin di vita", ha raccontato in lacrime. "Ho preso il suo cellulare per restituirglielo una volta arrivate in ospedale, ma non c'è stato niente da fare. La madre di Akyra dice di non pensarci più, di non avercela con me stessa. Ma è dura", ha concluso, con la voce strozzata dal pianto.