Le indagini degli inquirenti britannici portano a un'altra verità, smentendo la prima ipotesi della presenza della sostanza nella valigia della figlia di Skripal
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La polizia britannica è giunta alla conclusione che il contatto fatale con l'agente nervino che ha gravemente intossicato il 4 marzo a Salisbury l'ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia sia avvenuto toccando la porta d'ingresso di casa. Lo riferisce la Bbc citando fonti di Scotland Yard. Sembrano così cadere le ipotesi della sostanza chimica nella valigia di Yulia proveniente da Mosca e nel sistema di ventilazione dell'auto usata dalla coppia.
L'affare Skripal, per Mosca, è "una enorme provocazione politica" e vi sono gli estremi per vedere la mano dei "servizi speciali britannici". Ora sta a Londra provare il contrario. Altrimenti la Russia considererà l'intera faccenda "un attentato alla vita di suoi concittadini". E, intanto, vanno avanti le indagini.
Secondo Scotland Yard il contatto con l'agente nervino che ha ridotto in fin di vita l'ex spia russa e la figlia Yulia è avvenuto nella casa di Salisbury, dove la massima concentrazione della sostanza tossica è stata trovata sulla porta d'entrata. In terra britannica, dunque.
Mentre la premier Theresa May ha elogiato il presidente Usa Donald Trump per la decisione di espellere ben 60 diplomatici russi e ha condiviso con lui l'apprezzamento per le espulsioni decise da 26 Paesi, il Cremlino ha assicurato che la sua risposta "arriverà a tempo debito" e che tutto sarà organizzato in modo da "rispettare gli interessi della Russia".