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Siria, riaperto l'aeroporto di Damasco | Ong: "100mila corpi in una fossa comune"

Cresce la speranza per un accordo sulla tregua a Gaza, che potrebbe scattare dal 25 dicembre

di Redazione online
18 Dic 2024 - 13:37

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas che ha coinvolto Libano, Siria e Iran giunge al giorno 439. Riaperto l'aeroporto di Damasco, da dove è decollato, alla volta di Aleppo, il primo volo dalla caduta del presidente Bashar Al Assad. Un'Ong siriana: "100mila corpi in una fossa comune vicino a Damasco". Cresce intanto la speranza per un accordo sulla tregua a Gaza. L'intesa è "più vicina che mai" per gli Stati Uniti che esprimono "cauto ottimismo". Per Hamas i colloqui di Doha sono "seri e positivi". Il premier israeliano Netanyahu è apparso a sorpresa sul Monte Hermon, nella fetta di Siria ex terra di nessuno rioccupata dall'Idf dopo la cacciata di Assad da Damasco, mentre il suo ufficio smentisce le indiscrezioni su un suo viaggio a Il Cairo. Ma la svolta è nell'aria e la tregua potrebbe scattare dal 25 dicembre.

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La Russia sta ritirando i sistemi avanzati di difesa aerea e altre armi sofisticate dalle basi in Siria e li sta trasferendo in Libia. Lo hanno affermato fonti statunitensi e libiche citate dal "Wall Street Journal", secondo cui aerei cargo russi hanno trasportato equipaggiamenti di difesa aerea, tra cui radar per i sistemi intercettori S-400 e S-300, dalla Siria alle basi nella Libia orientale controllate dal comandante in capo dell'Esercito nazionale libico (Enl), Khalifa Haftar, sostenuto dal Cremlino.


Il capo della coalizione nazionale delle forze rivoluzionarie e di opposizione siriane, Hadi al Bahra, ha confermato che "la coalizione sarà sciolta non appena si terrà una conferenza nazionale globale per eleggere un'assemblea costituente che rappresenti tutti i siriani". Al Bahra ha rilasciato questa dichiarazione all'emittente dell'opposizione siriana "Syria Tv", sottolineando l'importanza di "riportare (nel Paese) i dissidenti del regime (dell'ormai deposto presidente Bashar al Assad) e di beneficiare della loro esperienza nella ricostruzione dello Stato". "La rivoluzione sta affrontando grandi sfide", ha osservato Al Bahra, secondo cui ci sono "parti che cercano di ostacolarne il successo". 


L'Esercito israeliano (Idf) ha ricevuto istruzioni dal primo ministro Benjamin Netanyahu di rimanere per un anno, almeno fino alla fine del 2025, nella zona siriana di Hermon conquistata dopo il crollo del regime di Assad: lo riporta Channel 12. La data, spiega l'emittente tv israeliana, è stata fissata in base alla valutazione secondo cui per la fine dell'anno prossimo la situazione politica e di sicurezza in Siria si sarà stabilizzata, e per allora sarà possibile sapere se nel Paese ci sarà un soggetto che rispetterà gli accordi di separazione delle forze del 1974. Ieri, nel corso della sua visita sul versante siriano del Monte Hermon, Netanyahu ha detto che Israele rimarrà sull'altura "finché non verrà trovato un altro accordo che garantisca la sicurezza di Israele".


Un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza potrebbe essere raggiunto entro la fine di questa settimana, se non sorgeranno nuove complicazioni. Lo ha dichiarato una fonte di Hamas al quotidiano panarabo con sede a Londra "Asharq al Awsat". "Le questioni sono state perlopiù concluse e l'intesa è imminente", ha riferito la fonte, spiegando che i punti più importanti sono stati chiariti, mentre restano da definire alcuni dettagli. Secondo la fonte, l'accordo prevede un cessate il fuoco nella prima fase e il ritiro dell'esercito israeliano dai centri delle città, ma non dall'intera Striscia. Le truppe dello Stato ebraico dovrebbero conservare una presenza parziale negli assi di Netzarim e Filadelfia. L'accordo prevede inoltre che tutte le donne e i bambini possano tornare nella Striscia di Gaza settentrionale e che, in una fase successiva e graduale, il ritorno degli uomini avvenga secondo un meccanismo concordato.


La caduta del regime di Assad "ha dato speranza a così tanti rifugiati siriani. Un numero significativo di loro ha già iniziato a tornare in Siria". Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo. Le agenzie delle Nazioni Unite "ci dicono però che i rischi permangono sia per gli individui che per i gruppi etnici. Dunque, mentre tutti i rifugiati hanno il diritto di tornare, questo deve essere volontario, sicuro e dignitoso. Per i siriani che decidono di tornare a casa, l'Europa è pronta a supportarli in ogni fase del percorso".


Un aereo è decollato da Damasco verso Aleppo per la prima volta dalla caduta del presidente Bashar al-Assad. La notizia è stata diffusa dall'agenzia di stampa Afp. 


Se Regno Unito, Francia e Germania "abuseranno" del cosiddetto "snapback", cioè la reimposizione delle sanzioni contro l'Iran in base all'accordo internazionale sul nucleare del 2015, riceveranno una risposta "decisa e proporzionata" da Teheran. Lo ha ribadito l'ambasciatore iraniano all'Onu, Saeed Iravani, durante una sessione del Consiglio di Sicurezza. I tre Paesi avevano criticato la Repubblica Islamica per "l'aumento delle scorte di uranio altamente arricchito, senza alcuna giustificazione civile credibile".


Il consiglio di sicurezza dell'Onu chiede un processo politico "inclusivo e guidato dai siriani" dopo la caduta di Bashar al-Assad. E' quanto si legge in una nota, dove si sottolinea che è necessario consentire ai siriani di determinare il "loro futuro". Il consiglio di sicurezza dell'Onu chiede anche alla Siria e ai Paesi vicini di evitare qualsiasi azione che possa mettere a rischio la stabilità regionale. 


Il direttore della Cia, Bill Burns mercoledì sarà a Doha, dove incontrerà il primo ministro del Qatar, Abdulrahman Al Thani: un passo per facilitare l'accordo sulla tregua a Gaza e gli ostaggi, cercando di sciogliere gli ultimi nodi. Lo riferisce la Reuters, riportata da Times of Israele, citando fonti vicine ai colloqui. La Cia da parte sua non ha commentato. 

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