Lʼex stratega del presidente Usa, intervistato da Maria Luisa Rossi Hawkins, ha parlato anche della Chiesa cattolica e del nuovo movimento da lui fondato
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"Le elezioni parlamentari del 2019 saranno quelle più importanti mai tenute in Europa. La posta in gioco è davvero alta". A parlare, in un'intervista a NewsMediaset, è Steve Bannon, ex capo stratega ed ex consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump. E parlando della destabilizzazione dovuta all’insorgere dei movimenti populisti ha detto: "Ma cosa potrebbe essere più destabilizzante di quello che la gente in Italia ha visto negli ultimi anni? Quando un gruppo di élite ha imposto la propria agenda migratoria per poi scaricare il peso dei problemi nell’Africa subsahariana sul cittadino italiano".
Vari i temi trattati nel corso dell’intervista, realizzata da Maria Luisa Rossi Hawkins, corrispondente dagli Usa dell'agenzia NewsMediaset. Dal nuovo movimento da lui fondato, "The Movement", alle elezioni europee a quelle di Midterm fino alla Chiesa cattolica.
Elezioni europee del 2019 - "La posta in gioco è davvero alta - ha dichiarato Bannon in merito alle elezioni europee - Si tratta del futuro dell’Europa. Da un lato quella di Macron, che è un tipo di confederazione mirata a un’ulteriore integrazione economica e politica e probabilmente anche a un’ulteriore integrazione dei mercati dei capitali; dall’altro lato l’alternativa del movimento populista: un’Unione Europea che mette al centro i singoli Stati sovrani come pilastri di questa confederazione”. E alla domanda della giornalista “La destabilizzazione dell’Europa con l’insorgere di questi movimenti populisti non sta facendo il gioco di Putin?” Bannon ha risposto “Lo so che è un cattivo soggetto, ma nel corso della storia abbiamo già collaborato con cattivi soggetti, abbiamo distrutto il fascismo nel ventesimo secolo collaborando con Stalin”.
"The Movement" - Bannon ha anche spiegato nel dettaglio in cosa consisterà "The Movement", il movimento europeo da lui fondato: "Il nostro movimento si potrebbe definire un club, o meglio un’associazione di gruppi affini. Avremo una sede a Bruxelles per conferenze e riunioni, così che la gente possa ritrovarsi e condividere le proprie idee. L’altra cosa che stiamo creando è quella che io chiamo 'Le fondamenta della vittoria', cioè un sistema di sondaggistica sofisticata. Trovo infatti i sondaggi in Europa e, in particolare per le elezioni parlamentari, rudimentali. Faremo gratuitamente analisi molto raffinate e targeting dei dati. Creeremo delle war room per divulgare efficacemente i messaggi dei candidati, non solo con slogan ma anche con strumenti specifici. In ultimo, insegneremo ai nostri come organizzare la base".
La Chiesa cattolica - Parlando del delicato momento che la Chiesa cattolica sta vivendo, tra scandali relativi alla pedofilia e contrasti al suo interno, Bannon ha detto che Papa Francesco non dovrebbe dimettersi. "Lui è il vicario di Cristo sulla Terra - ha aggiunto - ma la gente deve capire la portata del danno inferto dalla e alla Chiesa cattolica. È per questo che io invoco un tribunale, un tribunale indipendente dalla Chiesa. Oggi la Chiesa cattolica, a livello globale, sta affrontando una minaccia esistenziale. Voglio essere brutalmente franco, una riunione a febbraio è troppo tardi: il Papa dovrebbe convocare tutti i vescovi adesso. Leggetevi il rapporto dei giudici della Pennsylvania: è ripugnante, solo leggendolo si può capire quale siano le implicazioni non solo morali ma anche finanziarie per la Chiesa cattolica nel mondo. È una crisi esistenziale che deve essere affrontata adesso".
Elezioni di Midterm - Secondo l’ex stratega del presidente, le elezioni di Midterm sono un referendum su Trump, "sulle sue politiche degli ultimi due anni e su di lui come persona. Un voto di fiducia o sfiducia. Se perdiamo il Parlamento la prima cosa che succede è l’impeachment del presidente. È guerra". E per quanto riguarda l'editoriale anonimo sulla "resistenza interna alla Casa Bianca" pubblicato dal New York Times Bannon ha aggiunto: "Ho un’idea abbastanza precisa di chi possa averlo scritto. Non è stata una persona sola, ma due o tre. Forse sotto la guida di un regista. Si vede che è un progetto unico, scritto però a più mani, in rappresentanza di una mezza dozzina di persone che ammettono apertamente di boicottare l’agenda del presidente, che sta facendo così tanto per il Paese. Gli Stati Uniti hanno già visto crisi simili. Questo è un golpe vero e proprio, un golpe amministrativo. Penso che Trump, senza farne una caccia alle streghe, dovrebbe incaricare le autorità preposte a trovare i colpevoli. Questo è uno dei più grandi pericoli che il nostro Paese abbia mai subito".