Assalto a Washington, ecco i supporter di Trump: bandiere confederate, copricapi con corna e anche un cappio
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L'ex stratega della Casa Bianca dovrà anche pagare una multa da 6500 dollari per oltraggio al Congresso. Anche Trump ha ricevuto un mandato di comparizione
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Steve Bannon, l'ex capo della campagna elettorale di Donald Trump e suo stratega alla Casa Bianca, è stato condannato a quattro mesi e 6.500 dollari di multa per oltraggio al Congresso. Secondo una corte federale di Washington, Bannon si è rifiutato di testimoniare e fornire documenti nell'indagine sull'assalto a Capitol Hill. Da quando ha ricevuto il mandato di comparizione, "Bannon ha perseguito una strategia in mala fede di sfida e disprezzo", hanno spiegato i procuratori.
L'accusa aveva chiesto due mesi in più (oltre ad una multa più salata da 200 mila dollari), ossia la metà del massimo previsto. Bannon comunque resterà in libertà perché la pena è stata sospesa in attesa del preannunciato appello, che tuttavia dovrà essere presentato nei tempi previsti, altrimenti lo attende il carcere entro il 15 novembre.
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Sui fatti di Capitol Hill si tratta del primo risultato concreto dell'inchiesta della Camera, che entro fine anno presenterà le sue conclusioni. Bannon è anche il luogotenente di più alto profilo nella cerchia del tycoon ad essere condannato in relazione all'attacco al Campidoglio, anche se indirettamente per la mancata cooperazione con le indagini.
Anche Trump ha ricevuto un mandato di comparizione per consegnare documenti entro il 4 novembre e per una testimonianza giurata entro il 14 novembre. Se non lo rispetterà, rischia il carcere come il suo ex stratega, a meno che non tenti di bloccarlo ricorrendo alla corte suprema o di dribblarlo invocando il quinto emendamento contro l'autoincriminazione.
Intanto si complica la sua posizione nell'inchiesta sulle carte classificate sequestrate nella sua residenza di Mar-a-Lago: il Washington Post ha svelato che alcuni di quei documenti riguardano informazioni di intelligence altamente sensibili sull'Iran e sulla Cina e che almeno uno è relativo al programma missilistico di Teheran: tutto materiale che, se rivelato, potrebbe mettere a rischio i metodi di raccolta informazioni da parte dell'intelligence. Ma per il tycoon si tratta solo di fughe di notizie