Gli alunni rientrano a sette giorni dalla sparatoria nell’istituto compiuta da un 13enne
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Nonostante l'opposizione di molti genitori, sette giorni dopo la strage avvenuta in una scuola elementare a Belgrado, in Serbia, gli studenti tornano nell'istituto. Invece di lezioni regolari, gli alunni parteciperanno a discussioni e riceveranno assistenza.
In Serbia, una generale ondata di dolore e shock è seguita alla sparatoria di massa compiuta da uno studente di una scuola primaria a Belgrado, di 13 anni. Il ragazzo, sparando con la pistola del padre, ha ucciso il custode dell'istituto e otto studenti. Ora si trova rinchiuso in una clinica psichiatrica. In memoria delle vittime e nel rispetto del dolore dei familiari, la Serbia ha osservato tre giorni di lutto nazionale dal 5 al 7 maggio scorso. La stampa locale riferisce che la scuola di Belgrado ha implementato un sistema di supporto per gli studenti e il personale, inclusi psicologi e assistenti sociali, per aiutarli a far fronte al trauma.
Per decisione del governo serbo, in questo istituto e in tutto gli altri nel Paese, agenti di polizia vigilano per l'intera durata delle lezioni e hanno il compito d'intervenire in eventuali situazioni di criticità che vanno dal possesso di armi all'uso di droghe, da fenomeni di bullismo e molestie e violenze di altro tipo. Saranno sotto controllo anche le zone intorno agli istituti scolastici frequentate dagli studenti e dai loro genitori. Il presidente Aleksandar Vucic ha annunciato severe misure con l'obiettivo d'intensificare i controlli e a ridurre l'alto numero di armi da fuoco ancora in circolazione. Si tratta di una situazione ereditata dei conflitti armati degli anni Novanta nella ex Jugoslavia. A seguito della strage, il ministro dell'istruzione serbo, Branko Ruzic, ha presentato invece le sue dimissioni.
A pochi giorni di distanza dal massacro nella scuola, un'altra strage ha sconvolto il Paese. Un giovane di 21 anni, sparando da un'auto guidata da un complice, ha ucciso altre otto persone e ne ha ferite altre 14, tutti giovani, vicino a Mladenovac, cittadina a sud di Belgrado. Il giovane autore della strage è stato arrestato poche ore dopo la sparatoria. In quella occasione erano stati ugualmente fermati dalla polizia il nonno e lo zio del killer. In manette è poi finito anche il padre del ragazzo, ma i motivi dell'arresto dell'uomo non sono noti.