Dopo la condanna alla corte marziale per violenze domestiche, l'aeronautica non ha comunicato l'accaduto all'Fbi come invece prevedono i regolamenti, e così la fedina penale dell'uomo è rimasta pulita
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Il 26enne che domenica ha compiuto una strage in una chiesa del Texas ha potuto acquistare le armi utilizzate per la strage grazie a un errore dell'Air Force, che dopo aver congedato Devin Kelley non informò l'Fbi della condanna per violenze domestiche emessa dalla corte marziale. Non riferì neanche che fuggì da un istituto di igiene mentale mentre era in servizio. Ad ammettere la negligenza è l'aeronautica, che ha avviato un'indagine interna.
Kelley era stato cacciato dall'Air Force nel 2014, dopo aver scontato un anno di reclusione, per un episodio di violenza domestica risalente al 2012, quando aveva tentato di strangolare la ex moglie e colpito così violentemente il figlio della donna da provocargli una frattura cranica. Dopo la sentenza della corte marziale, secondo le regole del Pentagono, le informazioni sulla condanna sarebbe dovuta essere inviata alla divisione di investigazioni criminali dell'Fbi, ma così non è stato, e la fedina penale di Kelley è rimasta pulita.
Un secondo episodio di violenza era stato registrato nel 2014, quando lo sceriffo dovette intervenire a casa della fidanzata, che sarebbe poi diventata la seconda moglie dell'ex aviere. In quell'occasione, però, la famiglia della ragazza spiegò che in realtà non c'era stato alcun problema, e così l'uomo non venne arrestato. Ancora nel 2014, Kelley venne accusato di crudeltà verso gli animali in Colorado, dopo che un vicino l'aveva denunciato avendolo visto picchiare un cane: la denuncia si risolse però con il pagamento di una multa da 370 dollari, e anche in quel caso il casellario giudiziario rimase immacolato, consentendogli così di accedere al possesso di armi.