L'avvocato dei genitori: interrogatori sommari, esami tossicologici superficiali e nessuna verifica sul coltello
Sulla morte di Giacomo Nicolai, il giovane italiano che studiava a Valencia con il programma Erasmus, continuano a esserci dubbi. Il ragazzo, trovato senza vita con un coltello conficcato nel petto, secondo la polizia spagnola si è suicidato; per la famiglia, però, le indagini delle autorità iberiche sono state sommarie: nessun esame tossicologico e interrogatori superficiali. E dall'Italia il legale dei genitori chiede ora una nuova autopsia.
A La Stampa l'avvocato Igor Giostra spiega infatti che nelle indagini ci sono "punti oscuri". E spiega che "questa è storia del suicidio è strana, ma altrettanto strana sarebbe quella dell' omicidio. Una delle due dovrà essere accettata". Il problema vero è il modo in cui sono state svolte le indagini, assieme alla fermezza della polizia spagnola nel sostenere la tesi del suicidio. Secondo gli investigatori di Valencia, ad esempio, il coltello da cucina con il quale il ragazzo si è tolto la vita era stato comprato da poco, e la dimostrazione sarebbe l'etichetta con il prezzo ancora attaccata all'utensile. Ma il legale della famiglia spiega che questo non è un elemento sufficiente, soprattutto perché la data dell'acquisto non è stata verificata con il negozio.
Inoltre, le modalità del suicidio (due coltellate al costato, e poi una al petto) sembrano molto strane. Soprattutto alla luce del fatto che, secondo Giostra, leggendo la relazione della polizia ci si accorge che gli interrogatori dei coinquilini di Giacomo non sono particolarmente accurati, e non sono stati eseguiti seri esami tossicologici sul corpo della vittima. Senza contare che gli investigatori non hanno mai analizzato né il pc né il telefono del ragazzo.
Il legale sottolinea così che, pur non escludendo a priori che si sia davvero trattato di suicidio, la famiglia vuole sapere la verità, e attende che dalla Spagna arrivino elementi utili per fare chiarezza.