Sud Carolina, ammainata bandiera sudista dal Parlamento: fine di un'era
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Il simbolo della segregazione razziale ha perso il suo posto d'onore dopo 54 anni. Ascoltate le proteste della popolazione di colore, scoppiate dopo la strage razzista compiuta da Dylann Roof
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Non sventola più la bandiera sudista, dopo 54 anni di esposizione ai venti, davanti al Parlamento della Carolina del Sud. E' stato ammainato lo stendardo confederato dal palazzo più importante di Columbia, dopo lo storico voto del Parlamento statale e la firma del governatore Nikki Haley. La decisione è arrivata a seguito della strage razzista di Charlestone ad opera di Dylann Roof.
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In risposta alla violenza si erano levate, infatti, alte le voci della comunità di colore, che chiedeva la messa al bando dagli edifici pubblici della bandiera vista come simbolo di segregazione. Plausi anche dal presidente Obama.
E' la fine di un'era: la bandiera dei 13 Stati sudisti che combattevano contro quelli del Nord per mantenere la schiavitù è stata riposta per sempre, nel corso di un'affollata cerimonia. Per il presidente americano Barack Obama si è trattato di "un segnale di buona volontà e di riconciliazione, un passo significativo verso un futuro migliore".
Una squadra di sette guardie d'onore della Highway Patrol, due delle quali di colore, ha rimosso il vessillo di battaglia dei sudisti, simbolo della segregazione razziale, e lo hanno accuratamente ripiegato. La folla, intanto, gridava "Usa, Usa" e ora quel simbolo del vecchio Sud ribelle e razzista è destinato a un museo militare.
Il vessillo era stato issato 54 anni fa, come simbolo delle resistenze del Sud all'integrazione razziale, sulla cupola del Capitol dove sarebbe dovuto restare un soltanto anno. Nel 2000, tra polemiche e resistenze, era stato spostato sul prato antistante. Il massacro del 17 giugno in una chiesa nera di Charleston a opera di un bianco che si era fatto fotografare con quella bandiera ha riportato in auge il fronte del no alla bandiera.