I bambini-soldato nel Sud Sudan
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Sono tutti maschi tra i 13 e i 17 anni. Seguiranno programmi di reintegro nella società supportati dall'Unicef
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Martedì scorso trentadue bambini-soldato sono stati rilasciati da gruppi armati dell'opposizione nella contea di Leer, nel Sud Sudan settentrionale. Lo rivela Unicef, spiegando come questo sia il primo rilascio da loro verificato nella regione, una delle più colpite dal conflitto tra le forze governative del presidente Kiir e quelle dell'opposizione di Riek Machar. I ragazzi liberati sono tutti maschi di età compresa tra i 13 e i 17 anni.
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Alcuni dei bambini militavano nelle file delle forze armate dal 2016 e da allora non avevano mai più rivisto i genitori. "Utilizzare bambini in gruppi armati viola quasi tutti i diritti dell'infanzia esistenti" ha dichiarato Mohamed Ag Ayoya, rappresentante dell'Unicef in Sud Sudan. "A questi bambini è stata sottratta l'infanzia e hanno visto cose a cui nessun bambino dovrebbe mai assistere. Ma non è troppo tardi per dare un futuro. Il futuro per loro incomincia oggi".
Dopo essere stati liberati, i ragazzi sono stati inseriti dall'Unicef in un programma di reintegrazione di tre anni, durante i quali riceveranno istruzione e supporto psicologico, oltre a cibo, acqua e articoli per l'igiene. Ognuno di loro verrà seguito da un operatore sociale per tutta la durata del programma. "Il reintegro non ha scorciatoie" ha spiegato Ayoya. "Richiede un tempo e ha un costo, ma abbiamo visto che produce risultati migliori e previene il ritorno, in seguito, ai gruppi armati".
La guerra civile in Sud Sudan, iniziata nel 2013, è ufficialmente finita nel 2018, ma le strade del paese continuano a essere teatro di violenze, stupri ed esecuzioni di massa. Dall'inizio del conflitto, l'Unicef ha supportato il rilascio di 3143 bambini da forze e gruppi armati. Ma per prevenire il reclutamento e continuare a sostenere la liberazione dei ragazzi sono necessari cinque milioni di dollari per i prossimi tre anni. "Chiediamo ai donatori di continuare a supportare i programmi di reintegro - è l'appello di Ayoya - per aiutare i bambini rilasciati a creare un futuro migliore per loro stessi".