Il capo di Stato, da tempo in rotta col suo partito, potrebbe essere sostituito dal vice Cyril Ramaphosa
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Il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, ha definito "ingiusto" il comportamento dell'ANC, partito a cui appartiene, che spinge perché lasci il potere. Intervistato dalla televisione statale SABC, non ha chiarito se intenda dimettersi o preferisca affrontare la mozione di sfiducia in parlamento giovedì 15 febbraio. Su Zuma pesano da tempo accuse di corruzione e di cattiva gestione economica del Paese.
Martedì 13 febbraio, il partito aveva chiesto a Zuma di rinunciare all'incarico, e aveva annunciato che in caso contrario avrebbe proposto una mozione di sfiducia in parlamento. Dopo un iniziale silenzio stampa, Zuma ha ribattuto davanti alle telecamere che i suoi oppositori "Devono fornire le prove di quello che avrei fatto. Trovo molto ingiusto nei miei confronti che la questione venga sollevata ogni momento, e solo due mesi dopo il congresso".
Intanto, la polizia ha perquisito la residenza dei Gupta, una famiglia di imprenditori molto vicina agli alleati del presidente Zuma e a uno dei suoi figli. Secondo i mezzi d'informazione locali, tre persone sarebbero state arrestate durante l'operazione di polizia, tra cui proprio un membro della famiglia Gupta. Il momento scelto per la perquisizione non sarebbe casuale, e potrebbe avere l'obiettivo di fare pressioni sul presidente affinché si dimetta: lo riporta il New York Times, citando l'opinione di alcuni analisti politici.
La scadenza naturale del secondo e ultimo mandato di Jacob Zuma arriverà a metà 2019. Il suo successore designato è Cyril Ramaphosa, vicepresidente del Sudafrica e presidente dell'ANC, che in passato ha già criticato Zuma. Nell'ANC, la parte fedele al presidente sembra ormai in minoranza. Il partito, che fu di Nelson Mandela, è al potere dalle prime elezioni dopo la fine dell'Apartheid, nel 1994.