Nel Paese sono in corso i combattimenti tra l'esercito regolare e i paramilitari delle Forze di supporto rapido, legate al gruppo privato russo Wagner. Fonti mediche: almeno 25 morti e 183 feriti
In Sudan l'inviato delle Nazioni Unite Volker Perthes ha invitato soldati e paramilitari a cessare "immediatamente" i combattimenti a Khartoum e altrove nel Paese. "Perthes ha contattato entrambe le parti per richiedere l'immediata cessazione delle ostilità per la sicurezza del popolo sudanese e per risparmiare al Paese ulteriori violenze", si legge in una dichiarazione della missione delle Nazioni Unite. Anche gli Stati Uniti, per bocca del segretario di Stato americano, Antony Blinken, hanno rivolto un appello al Sudan affinché "cessino immediatamente tutte le violenze". In Sudan sono in corso scontri tra l'esercito regolare e i paramilitari delle Forze di supporto rapido, legate al gruppo privato russo Wagner.
E' di almeno 25 morti e 183 feriti il bilancio degli scontri in corso in Sudan: lo annuncia il sindacato dei medici nel Paese citato dal Guardian. Non si precisa se le vittime siano militari o civili. Due gli uccisi allo scalo di Khartoum, 4 a Omdurman, 8 a Nyala, 6 a El Obeid e 5 a El Fasher.
Alta tensione si sta registrando a Khartoum, dove testimoni riferiscono di "combattimenti" ed esplosioni vicino al quartier generale dei paramilitari delle Forze di sostegno rapido del generale Mohamed Hamdane Daglo. Spari sono stati uditi anche a Khartoum 2, il settore della capitale sudanese in cui si trova l'ambasciata d'Italia.
"In collegamento telefonico da Tokyo con il nostro Ambasciatore in Sudan seguo gli sviluppi a Khartoum. La situazione resta tesa ma gli italiani presenti stanno bene e in stretto collegamento con l'Ambasciata d'Italia in Sudan. Il nostro invito è quello di non abbandonare le proprie abitazioni", ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Seguo con attenzione quanto sta succedendo a Khartoum. La nostra Ambasciata, pienamente operativa, ha avvisato i connazionali di restare in casa. L'Unità di Crisi monitora gli sviluppi. Appello al dialogo e a cessare le violenze", ha aggiunto il vicepremier.
Duri scontri sono in corso nella sede della televisione di Stato del Sudan. Lo ha fatto sapere uno dei giornalisti dell'emittente, apparso per breve tempo sullo schermo. Il fatto che le Forze di supporto rapido (Rsf) di Dagalo siano presenti in gran forze nell'area è stato confermato anche ad "Al Jazeera" dal portavoce dell'esercito, Nabil Abdallah, che ha promesso che le forze regolari risponderanno a qualsiasi "azione irresponsabile".
Il rappresentante per la politica estera dell'Ue, Joseph Borrell, ha invitato tutte le forze coinvolte negli scontri in Sudan a "fermare immediatamente le violenze". "Un'escalation non farà che aggravare la situazione. La protezione dei cittadini è una priorita'", ha scritto su Twitter Borrell.
La Russia esprime profonda preoccupazione per l'escalation della violenza in Sudan e chiede un urgente cessate il fuoco. "Esortiamo le parti in conflitto a dimostrare volontà politica e moderazione e a compiere passi immediati verso un cessate il fuoco", si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo che chiede il rapido avvio di negoziati. Il dicastero ha riferito che la sua ambasciata nella capitale sudanese Khartum continua a operare regolarmente con misure di sicurezza rafforzate. Nessun cittadino russo è rimasto ferito durante gli scontri nel Paese africano, ha riferito inoltre il ministero degli Esteri.
EgyptAir ha annunciato la sospensione dei suoi voli da e per l'aeroporto internazionale di Khartoum per un periodo di 72 ore, dopo gli scontri militari nella capitale sudanese. Lo riporta Sky news Arabia citando una nota della compagnia. "Alla luce delle informazioni che abbiamo ricevuto sull'esistenza di turbative alla sicurezza nel fraterno Stato del Sudan, EgyptAir annuncia la sospensione temporanea dei suoi voli da e per l'aeroporto di Khartoum, a partire da sabato 15 aprile, per un periodo di 72 ore, fino a quando non saremo informati degli sviluppi" della situazione in Sudan.