Fotogallery - Il salvataggio degli italiani in fuga dal Sudan
© Tgcom24
© Tgcom24
I combattimenti tra l'esercito e un gruppo paramilitare entrano nella seconda settimana. In quasi tutto il Paese internet ha smesso di funzionare. Borrell: più di 1.000 europei evacuati dal Sudan
In Sudan, dove continuano gli scontri nonostante una tregua concordata tra le parti, i 140 italiani sono in salvo. Tutti gli italiani sono partiti dal Sudan: è decollato l'ultimo aereo da Khartum con l'ambasciatore e il personale militare. I C-130 arrivati a Karthoum hanno preso i nostri concittadini e riportati a Gibuti ha spiegato il ministro della Difesa Guido Crosetto. Intervenuta anche Giorgia Meloni: "Non lasciamo indietro nessuno". Intanto, gli Stati Uniti hanno completato l'evacuazione del personale della loro ambasciata, temporaneamente chiusa. Anche la Francia e la Germania hanno avviato le operazioni per l'evacuazione dei loro cittadini. Borrell (Ue) sente i leader delle due fazioni in contrasto: "Subito il cessate il fuoco" e rendo noto che oltre mille europei sono stati evacuati. Secondo fonti diplomatiche Erdogan si sarebbe proposto come mediatore tra le parti per eventuali negoziati in Turchia.
© Tgcom24
© Tgcom24
Il ministero della Difesa, in coordinamento costante con la presidenza del Consiglio e la Farnesina, ha predisposto ogni assetto utile a mettere in sicurezza, e poi portare in salvo, tutti i nostri connazionali presenti in Sudan. La Difesa monitora, in costante coordinamento con gli altri organi dello Stato e i partner internazionali, la preoccupante situazione in essere a Khartum che cambia in continuazione. "Tutti gli italiani che hanno chiesto di partire dal Sudan sono in salvo ed in volo verso Gibuti. Sono orgoglioso del gioco di squadra che ha portato al successo di questa delicata e complessa operazione di evacuazione. Ringrazio i militari, l'intelligence e la diplomazia italiani". Lo ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
"Dopo una giornata di trepidante attesa, tutti i nostri connazionali in Sudan che hanno chiesto di partire sono stati evacuati. Con loro ci sono anche cittadini stranieri. L'Italia non lascia nessuno indietro". Lo scrive la premier Giorgia Meloni in una dichiarazione. "Voglio ringraziare - aggiunge il premier Giorgia Meloni nella dichiarazione - tutti coloro che hanno partecipato a questa operazione così difficile, in piena zona di combattimento, il mio plauso va al ministro degli Esteri Antonio Tajani e all'Unità di crisi della Farnesina, al ministro della Difesa Guido Crosetto, al Sottosegretario Alfredo Mantovano, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, al comandante del Covi, il generale Francesco Paolo Figliuolo, al nostro ambasciatore in Sudan, Michele Tommasi, ai Servizi di Sicurezza. Voglio rinnovare anche in questa occasione il mio appello alla fine della guerra, all'apertura di un negoziato che conduca a un governo a trazione civile, il Sudan ha bisogno di pace".
"Stiamo evacuando dal Sudan i nostri connazionali grazie allo sforzo e alla professionalità delle nostre Forze Armate. I primi 107 italiani a bordo di uno dei nostri C130 sono appena atterrati a Gibuti, 7 sono già arrivati poche ore prima e altri 40 stanno rientrando su un velivolo in collaborazione con le forze armate spagnole. Eventuali civili che necessitano essere evacuati verranno imbarcati a bordo dell’ultimo C130 che riporterà a Gibuti il nostro ambasciatore in Sudan e il comandante dell’Extraction force che ha attuato l’operazione.
Grazie all’impegno della nostra aeronautica militare e delle nostre forze speciali dell’esercito , della marina e dei carabinieri. Le operazioni continuano fino alla completa messa in sicurezza di tutti gli italiani. Tutto avviene nella più stretta cooperazione con i nostri partner europei. Al Comando Operativo di Vertice Interforze ed ai militari che stanno svolgendo questa delicata e rischiosa missione voglio esprimere la riconoscenza del governo e di tutta la Nazione". Lo ha comunicato il Ministro della Difesa Guido Crosetto
I primi tedeschi sono stati evacuati dal Sudan in Giordania. E' quanto comunicato dal Comando per le operazioni delle Forze armate della Germania (Bundeswehr), secondo cui si tratta di circa 100 persone partite da un aeroporto presso Khartum a bordo di un aereo da trasporto militare Airbus A400M dell'aeronautica tedesca (Luftwaffe). A bordo si trovavano anche cittadini di altri Stati.
"Rimane purtroppo grave la situazione in Sudan. Perciò rinnovo il mio appello affinché cessi al più presto la violenza e sia ripresa la strada del dialogo. Invito tutti a pregare per i nostri fratelli e sorelle sudanesi". Lo ha detto il Papa.
I combattimenti hanno provocato centinaia di morti e migliaia di feriti, mentre i sopravvissuti devono far fronte alla carenza di elettricità e cibo. Il ministero degli Esteri dell'Arabia Saudita ha annunciato "l'arrivo sicuro" di 91 dei suoi cittadini insieme ad altri provenienti da Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Tunisia, Pakistan, India, Bulgaria, Bangladesh, Filippine, Canada e Burkina Faso. Mentre le forze navali del regno trasportavano i civili attraverso il Mar Rosso da Port Sudan a Jeddah, i combattimenti sono ripresi nella capitale del Sudan Khartoum dopo una tregua temporanea.
L'esercito sudanese e il gruppo paramilitare delle forze di supporto rapido (Rsf) si sono accusati di aver attaccato un convoglio di cittadini francesi, affermando entrambi che un francese è rimasto ferito. Il ministero degli Esteri francese, che in precedenza aveva dichiarato che stava evacuando personale diplomatico e cittadini, non ha commentato la notizia.
Mentre i combattimenti tra l'esercito e un gruppo paramilitare entrano nella seconda settimana, in quasi tutto il Paese internet ha smesso di funzionare. "I dati di rete in tempo reale mostrano un collasso quasi totale della connettività internet in Sudan, con la connettività nazionale scesa solo al 2% dei livelli ordinari", ha twittato NetBlocks, un'organizzazione con sede a Londra che monitora l'accesso a internet in tutto il mondo.
"Il Ciad orientale ospita già oltre 400mila rifugiati dal Sudan e i nuovi arrivi stanno mettendo ulteriormente a dura prova i servizi e le risorse pubbliche del Paese, già sollecitate oltre misura". È quanto ha reso noto l'Unhcr, l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, secondo cui ci sono "milioni di persone in fuga nella regione" del Sudan. Negli ultimi giorni - secondo le stime dell'Unhcr - sarebbero tra le 10mila e le 20mila persone in fuga dal conflitto nella regione sudanese del Darfur per cercare
rifugio nel vicino Ciad".
Alla luce della crisi in atto nel paese africano, le Ong Mediterranea e Sos Mediterranée hanno lanciato l'allarme: "Con la crisi in Sudan aumenteranno le partenze dei profughi". "Quello che sta accadendo aggrava una situazione di grande sofferenza per la popolazione civile e chiaramente spingerà le persone a spostarsi dal Paese", hanno spiegato dalla ong Mediterranea. "A prescindere da dove vengono i profughi siamo pronti a salvarli",hanno detto da Sos Mediterranée.
"Ho parlato con entrambi i generali Abdel Fattah al-Burhan e Mohamed Hamdan Dagalo sollecitando un cessate il fuoco immediato. Ho inoltre insistito sulla necessità di proteggere i civili e di garantire l'evacuazione sicura dei cittadini dell'Ue". Lo ha scritto in un tweet l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell.