Direttive, regolamenti e raccomandazioni: come funzionano le normative Ue
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Orban: "Con Meloni discusse prospettive della destra Ue". Tajani ribadisce: "Sostegno a von der Leyen"
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"È nostro dovere trovare l'accordo entro la fine di giugno". Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al termine della cena dei leader Ue dedicata alla scelta dei nuovi vertici Ue. Macron: "Intesa vicina". In precedenza c'è stato un bilaterale tra il premier Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese, Viktor Orban, a margine del vertice informale dei 27 a Bruxelles. I due "hanno valutato i risultati delle elezioni del Parlamento europeo" e "hanno discusso di questioni politiche relative alla destra europea, dei compiti che attendono il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo e dei piani della presidenza ungherese dell'Ue".
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La riunione informale è iniziata con oltre due ore di ritardo, a causa degli incontri tra i mediatori dei partiti di maggioranza: Emmanuel Macron e Mark Rutte per i Liberali; Donald Tusk e Kyriakos Mitsotakis per il Ppe; Olaf Scholz e Pedro Sanchez per il Pse. Uno slittamento che ha creato qualche irritazione tra i capi di Stato e di governo - Italia compresa - al di fuori dei tre partiti di maggioranza, che nei loro interventi non hanno mancato di rimarcare il problema di un "metodo" che esclude di fatto alcuni Paesi dal processo decisionale.
La riunione ha visto prima l'intervento "dell'ospite" Roberta Metsola, poi quello di Ursula von der Leyen, la presidente uscente della Commissione che il Ppe ha proposto per la riconferma. Lei ha tracciato un bilancio di cinque anni di attività e delineato alcune proposte per i prossimi anni. Poi ha lasciato la sala, dando ai membri del Consiglio la possibilità di parlare liberamente.
Un po' tutti i leader hanno preso la parola, esprimendo la propria opinione sul percorso. Molto duro Viktor Orban, che già aveva incontrato il premier italiano. "La volontà del popolo europeo è stata ignorata", secondo il premier ungherese che invita le destre a unirsi "contro i burocrati".
Da parte sua, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, Meloni ha evidenziato problemi di "metodo e di merito". In particolare, secondo lei, non sarebbe un iter corretto presentare un pacchetto già confezionato di nomi, senza prima aver effettuato una discussione collegiale e complessiva sull'idea di Unione per i prossimi anni. Una linea su cui ha trovato il supporto di alcuni colleghi. Il premier ha anche ribadito che l'Italia chiede di vedersi "riconosciuto il giusto peso", come Paese fondatore, seconda manifattura d'Europa, terzo Stato per abitanti.
La richiesta era già stata recapitata da lei stessa in un incontro con il presidente del Consiglio Charles Michel e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani con la compagna di partito Ursula von der Leyen: Roma vuole una vicepresidenza e un commissario con deleghe di peso, ancora da discutere. A rendere più complessa la situazione di stallo anche la diversità di vedute tra Ppe e Socialisti sul presidente del Consiglio. Il Pse sostiene Antonio Costa, ex premier portoghese, su cui però i Popolari mostrano perplessità, chiedendo di affidargli un mandato di soli due anni e mezzo. Una richiesta che i Socialisti non intendono accettare. Se ne riparlerà tra dieci giorni, al Consiglio formale del 27 e 28.
"Non vedo voci in seno al Consiglio europeo che possano mettere in discussione il nome di Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla guida della Commissione europea". Lo ha detto il primo ministro croato Andrej Plenkovic, riferendo di "un dibattito positivo" tra i capi di Stato e governo sulle nomine dei vertici delle istituzioni comunitarie.
Il vicepremier Antonio Tajani ha scritto su X: "Le elezioni hanno confermato la fiducia nella nostra famiglia politica. Forza Italia avrà un ruolo centrale nel Ppe, a partire dalla scelta di chi guiderà la Commissione Ue. A Bruxelles io ho ribadito il sostegno a Ursula von der Leyen, con la quale ho parlato di priorità per l'Italia e l'Ue".
Gli ha fatto eco il cancelliere tedesco Olaf Scholz che, al summit informale, ha chiarito: "Ci riuniamo qui dopo le elezioni europee che hanno portato una maggioranza stabile di Ppe, socialdemocratici e liberali, e questo è la base per sostenere la presidenza della Commissione". Scholz ha aggiunto di essere convinto che sarà possibile trovare un accordo tra famiglie politiche e tra Paesi europei "nel più breve tempo possibile e avremo proposte su chi sarà il prossimo presidente della Commissione" come del Consiglio e chi l'Alto rappresentante. E ancora: "Viviamo in tempi difficili ed è importante sapere cosa succederà" in Europa.
"Siamo disponibili a entrare in una coalizione a sostegno della presidenza della Commissione europea per proseguire le politiche del Green Deal, ma mai con una partecipazione formale anche di Fratelli d'Italia", ha detto la copresidente dei Verdi Terry Reintke, parlando con la stampa al Consiglio europeo per la cena dei leader Ue.