PREMIER: "GIORNO DOLOROSO"

Svezia, spari in una scuola a Orebro: undici morti incluso l'aggressore

Il premier Kristersson: "La peggior sparatoria di massa nel nostro Paese". Per la polizia non è stato un atto terroristico

05 Feb 2025 - 14:53

Ore di terrore a Orebro, nel centro della Svezia, dove poco dopo mezzogiorno i colpi di un'arma automatica rimbombano nel campus della città, che ospita diversi centri di formazione per adulti, anche per i migranti. In centinaia tra professori e studenti si barricano nelle classi e si nascondono sotto i banchi. Altri si danno alla fuga all'esterno. Alcuni video mostrano decine di persone che corrono sul selciato innevato mentre risuonano gli spari. Alla fine il bilancio è di undici morti, imprecisato il numero dei feriti. Si tratta dell'episodio più sanguinoso di sparatoria di massa in tutta la storia svedese. Tra le vittime c'è anche l'autore dell'attacco, un 35enne senza precedenti che si sarebbe suicidato. Restano al momento ignoti i motivi del massacro "ma tutto lascia pensare che l'autore abbia agito da solo, senza motivazioni ideologiche", ha fatto sapere la polizia.

Spari in una scuola in Svezia, diversi morti

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Il killer, secondo i media di Stoccolma, "non aveva precedenti, non era noto alle forze dell'ordine e non apparteneva a gang criminali", ha detto in conferenza stampa il capo della polizia di Orebro, Roberto Eid Forest.

Nella scuola corsi per immigrati

 La scuola in cui è avvenuta la sparatoria, il Campus Risbergska, viene frequentata da studenti che hanno più di 20 anni. Vengono offerti corsi di scuola primaria e secondaria superiore, oltre a corsi di svedese per immigrati, formazione professionale e programmi per persone con disabilità intellettiva.

Gli agenti, in assetto da guerra, hanno poi effettuato una perquisizione nella casa dove si riteneva vivesse l'aggressore. "Non ne so nulla", ha detto il padre ai reporter che lo hanno contattato una volta arrivati sulla scena del raid. "Deve essere impossibile", ha sussurato prima di chiudere la comunicazione.

Polizia: "Non è terrorismo"

 Il quadro della strage non è chiaro: l'aggressore avrebbe aperto il fuoco con un'arma automatica poco dopo aver fatto ingresso nel campus. I colpi di arma da fuoco hanno scatenato il panico: una professoressa ha portato i suoi 15 studenti fuori, di corsa. Poi ha iniziato a vedere altri ragazzi che trascinavano fuori dall'edificio corpi insanguinati. Nelle aule intanto altri studenti e insegnanti inviavano messaggi di allarme agli amici e colleghi, avvertendoli di tenersi lontano. "Sono nascosto in una stanza, sparano, ti amo", ha scritto un docente alla partner temendo il peggio. "Abbiamo sentito molti colpi, poi c'è stato un lungo periodo di calma, quasi mezz'ora. Poi di nuovo gli spari", hanno raccontato altri due docenti che si erano barricati in un ufficio.

In tutto sei istituti sono stati isolati per diverse ore dalla polizia che temeva in giro ci potessero essere dei complici del killer. Poi l'incubo è finito, a decine hanno lasciato la struttura. "Si tratta di una terribile atrocità", ha commentato il re Gustavo di Svezia. "È un giorno molto doloroso per tutta la Svezia", ha invece detto il premier, Ulf Kristersson: "I miei pensieri vanno anche a tutti coloro la cui normale giornata scolastica è stata trasformata dal terrore. Essere confinati in classe preoccupandosi per la propria vita è un incubo che nessuno dovrebbe vivere. A Orebro c'è stata la peggiore sparatoria di massa" nella storia della Svezia.

Tocca ora agli inquirenti fare luce sul massacro, "perché molte domande rimangono senza risposta", ha incalzato il premier. Gli attacchi nelle scuole del resto sono molto rari in Svezia. Secondo le stime ufficiali, fino a oggi si contavano 10 morti in 7 episodi di violenza nell'arco di oltre dieci anni, dal 2010 al 2022. 

Meloni: "Vicini alla Svezia per il terribile attacco"

 "Esprimo la mia vicinanza al governo e al popolo svedese per il terribile attacco che ha colpito la città di Örebro. Il mio pensiero va alle vittime, alle loro famiglie e a tutti i feriti coinvolti. Non possiamo accettare che violenza e barbarie trovino spazio nelle nostre società". Lo ha dichiarato il premier Giorgia Meloni.

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