Terremoto in Turchia, padre non lascia la mano della figlia morta
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E "Save The Children" lancia l'allarme: a rischio la salute mentale di sette milioni di minori
Il bilancio delle vittime del terremoto del 6 febbraio in Turchia e in Siria ha superato i 45mila morti. Il numero è tuttavia destinato ad aumentare ulteriormente, con numerosi dispersi ancora sotto le macerie dei 264mila edifici distrutti. I morti in Turchia sono 39.672, 5.800 in Siria, da dove non si hanno notizie da giorni. Recuperato il cadavere del calciatore Atsu. Intanto tre persone (tra cui un 12enne, che però è morto poco dopo essere stato salvato dalle macerie) trovate vive sotto un edificio crollato a Hatay, tredici giorni dopo il terremoto.
Oltre alla drammatica conta dei morti è necessario guardare anche al futuro. Ai più piccoli. La salute mentale e il benessere di 7 milioni di bambini sono a rischio. Gli psicologi dicono che alcuni mostrano segni di grave disagio, inclusi incubi, aggressività o chiusura. Lo afferma Save the Children. Molti minori hanno assistito alla morte di amici e familiari davanti ai loro occhi. Altri sono rimasti sepolti sotto le macerie delle loro case crollate. Molti non hanno ancora un posto sicuro dove andare.
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I bambini che hanno vissuto eventi estremamente angoscianti o stress ripetuti hanno maggiori probabilità di avere impatti di lunga durata per mesi o addirittura anni a venire, a meno che non venga fornito urgentemente supporto per la salute mentale e psicosociale. "In questi casi, i bambini rischiano di sviluppare problemi, soprattutto perché si sono verificati diversi eventi uno dopo l'altro. Le scosse di assestamento sono ancora in corso, senza un periodo di recupero. A lungo termine, tutto ciò può avere un impatto su molti aspetti della vita dei più piccoli, comprese difficoltà di apprendimento, concentrazione e rendimento scolastico. Un bambino che ha vissuto eventi potenzialmente letali puo' rimanere concentrato principalmente sull'esigenza di sentirsi al sicuro e funzionare in modalità di sopravvivenza, ciò che possiamo anche chiamare una risposta di fuga, lotta o congelamento" ha dichiarato Aiida, una psicologa che lavora per Save the Children.
Non ce l'ha fatta il bambino di 12 anni che era stato salvato 296 ore dopo il sisma. Secondo quanto riportano i media turchi, sarebbe morto in ambulanza mentre veniva portato in ospedale. Il 12enne era stato estratto dalle macerie di un edificio del distretto di Antiochia, nella provincia di Hatay, insieme ad altre due persone. Secondo alcune ricostruzioni, si tratterebbe dei genitori del piccolo.