Terremoto in Turchia, padre non lascia la mano della figlia morta
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Recuperati anche un bebè di sette mesi e una bimba di 6 anni
È salito oltre 41mila il bilancio provvisorio delle vittime del terremoto che lunedì ha colpito la Turchia e la Siria. Ma per l'Onu potrebbe "raddoppiare e più". Dalle macerie però continuano ad arrivare segnali di speranza: un 12enne di nome Kaan è stato messo in salvo dopo essere rimasto sepolto sotto le macerie per 182 ore ad Antiochia, in provincia di Hatay. Recuperati anche un bebè di sette mesi e una bimba di 6 anni.
Un 12enne di nome Kaan è stato messo in salvo dopo essere rimasto per 182 ore sepolto sotto le macerie di un edificio crollato per il terremoto ad Antiochia, in provincia di Hatay.
Una bambina di 6 anni di nome Miray è stata messa in salvo dopo essere rimasta sepolta sotto le macerie per 178 ore ad Adiyaman, tra le zone più colpite dal terremoto nel sud est della Turchia. Lo rende noto Anadolu. In salvo anche la 70enne Nuray Gürbüz, estratta viva dopo essere rimasta 178 ore sepolta sotto le macerie ad Antiochia, in provincia di Hatay.
Una donna di 40 anni è stata estratta viva a Islahiye, nella provincia di Gaziantep, dopo 170 ore sotto le macerie di un edificio di 5 piani. La donna, Sibel Kaya, è stata soccorsa da una squadra mista nella quale c'erano anche membri della squadra di salvataggio delle miniere di carbone.
Un'altra bambina di 10 anni è stata salvata nella provincia di Hatay, nel sud della Turchia, dove i soccorsi l'hanno recuperata 147 ore dopo che il devastante terremoto di lunedì aveva colpito la regione, secondo quanto scrive la Cnn. In salvo anche un bambino di 8 anni, scrive l'agenzia di stampa statale turca Anadolu, recuperato nella provincia di Adiyaman dopo 152 ore.
"Fammi uscire di qui in fretta, ho la claustrofobia": Mustafa, 35 anni, è stato portato in salvo da una squadra di soccorso romena dopo essere rimasto seppellito per oltre 149 ore sotto un edificio crollato per il terremoto nella provincia sud-orientale turca di Hatay. Lo riferisce la Cnn Turchia. "Nonostante tutto la sua salute è buona, parla", ha raccontato uno dei soccorritori, spiegando che l'uomo durante le operazioni di salvataggio chiedeva di uscire all'aria aperta il più presto possibile dopo sei giorni sotto le macerie.
Un bebè di sette mesi è stato tratto in salvo nel distretto turco di Antakya, nella provincia meridionale turca di Hatay, dopo essere rimasto intrappolato tra le macerie per 140 ore. Lo riporta l'agenzia di stampa statale turca Anadolu. Nel distretto di Nizip della stessa provincia, una ragazzina di cui non è stata resa nota l'età è stata estratta dalle macerie 146 ore dopo il terremoto. Sempre nella provincia di Hatay, nel distretto di Antakya, un uomo di 35 anni è stato tratto in salvo da squadre di soccorso turche e rumene dopo 149 ore.
Spostamenti di circa 4 metri del suolo sono stati rilevati vicino alla faglia anatolica dopo le scosse di terremoto. Lo dimostra il grafico (interferogramma) realizzato sulla base dei dati raccolti il 28 gennaio e il 9 febbraio dal satellite Sentinel-1 di Copernicus, il programma di osservazione della Terra gestito da Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Europea.
Il bilancio del terremoto ha raggiunto almeno 40.943 morti. In Turchia le vittime sono almeno 31.643, mentre in Siria circa 9.300 (4.800 persone sono morte nelle zone controllate dal governo e altre 4.500 sono decedute in quelle in mano ai ribelli).
Il terremoto che ha colpito la Siria potrebbe aver lasciato senza casa fino a 5,3 milioni di siriani. Lo rende noto l'Unhcr, l'Agenzia Onu per i rifugiati. L'organizzazione sta facendo arrivare gli aiuti nelle zone più devastate del Paese, concentrandosi sul fornire ripari e beni di prima necessità, oltre a tende, teli di plastica, coperte termiche, stuoie per dormire e abbigliamento invernale per le persone nei centri collettivi.
In seguito alla catastrofe umanitaria causata dal terremoto in Turchia e Siria, gli Stati Uniti hanno annunciato la sospensione temporanea di alcune sanzioni economiche al governo centrale di Damasco incarnato dal contestato presidente Bashar al Assad. In una circolare diffusa dal Dipartimento del Tesoro di Washington e ripresa da media internazionali e siriani, si stabilisce una "licenza generale per autorizzare gli sforzi di soccorso in caso di terremoto in modo che coloro che forniscono assistenza possano concentrarsi su ciò di cui c'è più bisogno: salvare vite e ricostruire".
Da decenni gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni economiche, finanziarie e commerciali al governo siriano, rinforzandole ulteriormente nel 2020. Le sanzioni statunitensi alla Siria "non ostacoleranno" il salvataggio di vite umane dopo il terremoto di lunedì in Siria e Turchia, si legge nel documento allegato alla circolare del Dipartimento del tesoro. Il governo statunitense aveva annunciato giovedì l'impegno per 85 milioni di dollari in aiuti umanitari destinati alle aree disastrate in Siria. L'esenzione temporanea delle sanzioni, valida fino a fine luglio prossimo, riguarda transazioni economiche verso le aree governative per l'esclusivo uso umanitario relativo all'emergenza post-terremoto.
Il bilancio dei morti per il terremoto in Turchia e Siria potrebbe "raddoppiare". A sostenerlo è il sottosegretario generale per gli affari umanitari delle Nazioni Unite Martin Griffiths "Ci sono molti tipi di voci là fuori su come potrebbe finire" e "penso che sia davvero difficile da stimare in modo molto preciso perché dobbiamo ancora scavare sotto le macerie, ma io sono sicuro che (il bilancio dei morti) raddoppierà o più", ha dichiarato il coordinatore dei soccorsi di emergenza Onu, che si trova nella provincia turca di Kahramanmaras. "Questo è terrificante".
Il massimo funzionario per le operazioni umanitarie dell'Onu, Martin Griffiths, ha ammesso che le Nazioni Unite non sono riuscite a fornire aiuto alle persone nella regione siriana controllata dall'opposizione dopo il devastante terremoto di lunedì. "Finora abbiamo deluso le persone nel nord-ovest della Siria. Si sentono giustamente abbandonati. Alla ricerca di aiuti internazionali che non sono arrivati", ha scritto in un tweet. "Il mio dovere e il nostro obbligo è correggere questo errore il più velocemente possibile. Questo è il mio obiettivo adesso", ha detto durante una visita nella zona di confine.
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