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Si continua a scavare per altri "miracoli". In Siria primi aiuti nelle aree controllate dai ribelli. Ancora nessuna notizia dell'imprenditore veneto Angelo Zen
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Sono quasi 22mila le vittime del devastante terremoto che ha colpito Siria e Turchia, 18.342 quelle confermate dalle autorità di Ankara, oltre 3.300 quelle segnalate in territorio siriano, da dove le informazioni arrivano in maniera più frammentaria. "È il disastro del secolo", le parole usate per descrivere la tragedia dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Al momento in Turchia, insieme alla protezione civile locale, lavorano circa 6.500 soccorritori provenienti da 56 Paesi di tutto il mondo e membri di 16 organizzazioni internazionali. Situazione ancora più complessa in Siria, in un territorio diviso fra la parte controllata dalle forze del presidente Bashar al Assad e quelle in mano ai ribelli. Una bambina di 10 anni è stata trovata viva dopo 90 ore passate sotto le macerie di un palazzo crollato a Hatay.
Sono passate ben più delle 72 ore che i soccorritori considerano in media la soglia oltre la quale è quasi impossibile trovare sopravvissuti sotto le macerie, ma la forza della vita riesce a superare la media statistica anche con temperature glaciali e senza acqua. E il "miracolo" è avvenuto. Dopo 90 ore è stata salvata Hilal Bilgi, di 10 anni, trovata tra le macerie di un appartamento di 7 piani a Hatay. Per salvare la bimba, riporta il quotidiano turco Hurriyet, i soccorritori hanno scavato una galleria: era sotto un blocco di cemento e, con l'approvazione dei parenti, si è deciso di amputarle un braccio con un'operazione eseguita sotto le macerie. Nel sisma la piccola ha perso i genitori e i 3 fratelli.
Altro "miracolo" per Mohammed, 9 o 10 anni, estratto vivo dopo 80 ore dalle macerie di un palazzo di quattro piani crollato nel distretto di Elbistan a Kahramanmaras, città turca epicentro del terremoto del 6 febbraio e che finora ha registrato in totale 650 scosse di assestamento. Fragile e disidratato, con il pigiama e i calzini a righe che ha addosso da quella notte, ma già con quella flebo che significa vita mentre viene portato via in barella. Gli applausi della folla hanno festeggiato un altro salvataggio che ha del miracoloso a Belen, nella provincia devastata di Hatay. Gli uomini dell'Afad, l'Autorità turca per la gestione delle calamità, hanno portato alla luce un'intera famiglia, padre, madre e tre figli, dopo 82 ore. Ha sei anni invece Beren, tirata fuori a Gaziantep dalla squadra della National Disaster Response Force (Ndrf), il corpo indiano di risposta alle emergenze, che sta collaborando con il governo turco nelle aree più colpite.
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Non si hanno ancora notizie di Angelo Zen, l'imprenditore veneto di cui si sono perse le tracce a Kahramanmaras, e neppure della famiglia di sei persone di origine siriana ma con cittadinanza italiana della cui scomparsa si è appreso solo mercoledì. "Siamo in contatto con le famiglie e i vigili del fuoco stanno facendo tutto il possibile", ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che informa costantemente sullo stato delle ricerche e a cui la famiglia di Zen ha delegato proprio la gestione delle notizie.
Intanto prende una forma più strutturata l'aiuto ai sopravvissuti. Quasi 30mila persone sono state evacuate da Kahramanmaras su pullman, treni e aerei verso strutture ricettive in varie parti della Turchia. E si sono sbloccate anche le prime forniture verso la Siria. Il primo convoglio umanitario con le insegne Onu è transitato attraverso il valico di frontiera di Bab al-Hawa verso le zone controllate dai ribelli, ma non si sono placate le polemiche sulle sanzioni internazionali imposte a Damasco nel 2011 denunciate oggi anche dai missionari salesiani secondo i quali "la solidarietà internazionale si è mobilitata ma non trova sempre la via per arrivare ai destinatari ultimi".
Intanto l'Onu ribadisce che gli aiuti di emergenza in Siria, dove sono 11 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza, "non devono essere politicizzati". E il segretario generale Antonio Guterres ha preannunciato un appello per il sostegno dei donatori alla popolazione siriana colpita. Attivato anche un meccanismo europeo, ha fatto sapere l'Ue, per l'aiuto umanitario a Turchia e Siria. Italia e Romania hanno già presentato un piano che prevede la fornitura di tende, sacchi a pelo, materassi, letti, alimenti e vestiti invernali.
Il Cdm ha dichiarato lo stato di emergenza "per intervento all'estero, per la durata di sei mesi, in conseguenza degli eccezionali eventi sismici che hanno colpito il territorio meridionale della Repubblica di Turchia e il territorio settentrionale della Repubblica araba di Siria il 6 febbraio 2023, ai sensi dell'articolo 29, comma 1, del decreto legislativo n. 1 del 2018". Inoltre "per l'attuazione degli interventi urgenti di soccorso e assistenza alla popolazione, da attuare nella vigenza dello stato di emergenza, si provvede nel limite di euro 11 milioni di euro a valere sul Fondo per le emergenze".
Il presidente Joe Biden ha annunciato che "gli Stati Uniti forniranno 85 milioni di dollari in aiuti urgenti per i terremoti di Turchia e Siria, inclusi alimenti e ripari, forniture per aiutare le famiglie a sfidare il freddo e medicine per aiutare a salvare vite umane. I nostri cuori rimangono con il popolo della Turchia e della Siria".
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Un piccolo contributo arriva anche da chi è stato estratto dalle macerie. "Preparerò il caffè per tutti", ha promesso ai soccorritori che l'hanno salvata dalle macerie del suo appartamento un donna di Antakya rimasta sepolta per 83 ore. "Nonna non ti preoccupare, so che è tanto difficile stare senza la tua bambina però adesso ci sono io", ha detto una bambina turca di 12 anni che ha perso la madre e tutta la sua famiglia, ed è stata ricongiunta con la nonna malata di 83 anni.
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