Bruxelles ci vuole deferire alla Corte di Giustizia per un mancato recepimento della direttiva sui test da laboratorio. Rischiamo una sanzione da 150mila euro al giorno. Ma gli animalisti italiani contestano la legge europea: tutela poco le cavie
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Potrebbe costare fino a 150mila euro al giorno la sanzione che l'Europa vuol dare all'Italia per il mancato recepimento della direttiva che regolamenta lo svolgimento di test scientifici sugli animali. La Commissione Europea ha dichiarato di voler deferire l'Italia alla Corte di giustizia Ue e la decisione sarà presa già mercoledì.
La sanzione, secondo la proposta messa a punto dal commissario Ue all'ambiente Janez Potocnik, dovrebbe scattare dal momento della condanna dell'Italia da parte della Corte. Roma aveva già avuto un primo avvertimento comunitario lo scorso giugno. Il nostro Paese, secondo le informazioni raccolte a Bruxelles, è rimasto oggi l'unico tra i partner Ue a non aver ancora recepito la direttiva numero 63 approvata nel settembre del 2010, una norma sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici adottata dall'Unione dopo un iter durato anni.
Legge al Senato: scontro tra animalisti e scienziati - La data limite per la sua introduzione nel diritto nazionale era fissata per il novembre del 2012, mentre il primo gennaio 2013 è scaduto il termine ultimo per la sua applicazione. In realtà, il testo del decreto legislativo destinato a recepire la direttiva europea, dopo essere passato dalla Camera, è ora fermo al Senato e tutto il suo iter è stato finora condizionato dallo scontro apertosi tra chi, con in testa Michela Brambilla, ritiene insufficienti le tutele previste per gli animali e chi sottolinea la necessità di poter utilizzare delle cavie per testare farmaci e altri prodotti potenzialmente pericolosi per la salute umana.