Il Garante irlandese ha sanzionato la piattaforma social cinese per aver violato il regolamento europeo per il trattamento dei dati sugli utenti dai 13 ai 17 anni. La decisione arriva a tre anni dall'inizio delle indagini
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TikTok è stato multata per 345 milioni di euro dal Garante irlandese per non aver rispettato la privacy dei minori. La piattaforma avrebbe infranto il Gdpr, il regolamento europeo sul trattamento dei dati personali, rendendo pubblici gli account degli utenti tra 13 e i 17 anni in maniera predefinita. Tuttavia, le indagini riguardano fatti avvenuti nel 2020, prima che TikTok intervenisse per risolvere il problema: "Abbiamo aggiornato l'applicazione, non siamo d'accordo con la sentenza", ha detto un portavoce dell'applicazione.
La Commissione irlandese ha scoperto che TikTok "indirizzava" i minori durante l'iscrizione rendendo i loro account pubblici di default. In questo modo, chiunque poteva interagire con i ragazzi attraverso messaggi e commenti sotto i post, senza nessuna tutela. Non c'era nemmeno alcun controllo sul family pairing, l'opzione che permette a genitori e figli di condividere il loro profilo, poiché non era possibile verificare chi fosse l'adulto in questione. Inoltre, le funzionalità per "duettare" i video di altri utenti Duet e Stich, erano abilitate in modo predefinito anche per gli under 17. Secondo le indagini, TikTok, il cui utilizzo autonomo è consentito dai 16 anni, non ha tenuto conto dei rischi per i minori che scaricano l'applicazione.
Non è la prima volta che il social viene multato, si tratta infatti della seconda condanna per la violazione del Gdpr, la legge europea in materia di privacy. Nel 2021 era stato sanzionato per 750mila euro, ma non solo l'Ue si è accorta delle infrazioni commesse da TikTok. Lo scorso aprile, il regolatore della privacy del Regno Unito ha obbligato il social al pagamento di un'ammenda pari a 14 milioni di euro per l'utilizzo dei dati di minori sotto i 13 anni, iscritti senza il consenso genitoriale. Questa volta, però, TikTok ha contestato la decisione di Dublino, specificando che "le criticità sollevate dall'autorità irlandese sono state risolte ancora prima dell'inizio delle indagini".