Traghetto Sud Corea, bufera sul capitano Abbandonò la nave durante il naufragio
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Come Schettino, è sceso malgrado a bordo ci fossero ancora molti passeggeri. "Sono dispiaciuto e mi vergogno molto", ha detto ai microfoni delle tv locali
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Il capitano del traghetto Sewol, affondato al largo delle coste meridionali della Corea del Sud, è finito nella bufera per l'abbandono dello scafo con l'equipaggio malgrado quasi 300 dei 475 passeggeri totali fossero ancora a bordo. "Sono davvero dispiaciuto e mi vergogno profondamente. Non so cosa dire", ha detto Lee Jun-seok sulla tragedia ai microfoni delle tv locali indossando una felpa e nascondendosi nel suo cappuccio.
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Lee Jun-seok come il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, ha dunque abbandonato la nave durante il naufragio malgrado le centinaia di passeggeri ancora a bordo. Il capitano del traghetto Sewol, secondo la tv pubblica Kbs, si è messo in salvo sulla prima imbarcazione di soccorso arrivata, a 30 minuti dal lancio della richiesta d'aiuto, dando l'ordine a gran parte dell'equipaggio di lasciare l'imbarcazione.
Il maltempo, intanto, sta ritardando le operazioni di ricerca e soccorso dei 287 passeggeri che risultano ancora dispersi. Le unità speciali dei sommozzatori della marina miliare e della guardia costiera hanno tentato di entrare nello scafo, fallendo a causa delle forti correnti. Le condizioni sono poi ulteriormente peggiorate costringendo la sospensione delle attività, viste le onde alte fino a due metri.
La presidente sudcoreana Park Geun-hye ha voluto visitare la zona del naufragio e chiesto al governo di mobilitare tutte le risorse e le attrezzature possibili per ritrovare i dispersi. In seguito si è recata alla palestra di Jindo, isola vicino al luogo del disastro, dove sono ospitati circa 300 familiari e parenti degli studenti mancanti all'appello, quasi 250 sui 325 a bordo, in attesa di aggiornamenti.
La visita, con Park che ha manifestato la propria vicinanza e l'impegno a fare tutto il possibile, è stata segnata anche da momenti di tensione, dolore e contestazione per la gestione a tratti sconcertante della crisi da parte del governo.